giovedì 13 dicembre 2018

Recensione: "Fame, Roxane Gay"

"Recensione: Fame, Roxane Gay"

Edizione: Einaudi, 2018
Note sull'autrice: Roxane Gay (Omaha, Nebraska, 1974) è una scrittrice, attivista e accademica tra le piú rilevanti del panorama attuale. Editorialista de «The New York Times» e «The Guardian» è autrice della raccolta di saggi Bad Feminist, del romanzo Untamed State e dei racconti Difficult Women. Fame, il suo ultimo saggio autobiografico, ha infiammato critica e pubblico, scalando da subito le classifiche americane.

Trama: In principio è il candore dei dodici anni. Quando pensi che nessuno a cui vuoi bene possa farti del male. Poi succede l'impensabile. Un atto di violenza feroce. E Roxane, annientata dalla vergogna, incapace di parlare o chiedere aiuto, comincia a mangiare, mangiare, mangiare. A barricarsi in un corpo che diventa ogni giorno piú inespugnabile dagli sguardi maschili, una fortezza dove nessuno sarà piú capace di raggiungerla. Quella di Roxane Gay è la storia di un desiderio insaziabile, di battaglie sempre perse contro un corpo ammutinato, di una lotta contro una cultura che spinge le donne a odiarsi se non corrispondono alle aspettative. Ma la fame di Roxane Gay è anche il motore della sua fenomenale spinta creativa e della sua sulfurea personalità. Oggi è un'intellettuale, attivista e scrittrice, una delle voci piú rispettate della sua generazione. Soprattutto una donna che ha trovato le parole per raccontare la propria storia.

Recensione: Probabilmente non avevo mai letto in vita mia una biografia, come primo approccio al genere però "Fame" è un libro degno di segnare questo "svezzamento".
Ci troviamo davanti ad un libro che è entrato a far parte dei miei preferiti di sempre, una piacevolissima scoperta che si è aggiunta alle altre di quest'anno che, devo ammettere, si sta rivelando un anno abbastanza proficuo dal punto di vista delle letture più che buone.
Ho collezionato fino ad ora titoli più o meno emozionanti, e mai mi sarei immaginata che proprio questo sarebbe stato uno di quelli che mi avrebbe segnata maggiormente.

Non do facilmente ad un libro la valutazione maggiore esistente, è rarissimo poiché sento di dare quelle 5 stelline su cinque solo ed esclusivamente a quei libri che meritano, che sono senza alcun dubbio, per l'appunto, i miei preferiti di sempre.
Non so se riuscirò a rendere giustizia a questo libro tramite questa recensione, ma ci proverò perché voglio assolutamente parlarvi di questa biografia e rimando da troppo tempo.
Tutto è partito da un semplice bisogno, dovevo trovare un libro da mettere in palio per il mio primo Giveaway su Instagram (un social che mi è diventato ormai indispensabile ultimamente, venitemi a trovare!!) e, tra i vari libri che avevo in wishlist da un po' e che sembravano molto accattivanti, spunta Fame: scritto da un'attiva e fervente femminista, parla non proprio della sua vita, quanto della vita del suo corpo.
Ci tiene a precisare sin dalle prime righe che questo non è un libro che parla della sua storia, è uno che parla del suo corpo: una biografia dell'involucro che la contiene.

venerdì 2 novembre 2018

Recensione "Il sognatore, Laini Taylor"

Recensione "Il sognatore, Laini Taylor"


Edizione: Fazi, Collana "Laini ya"
Note sull'autrice: Laini Taylor e' una scrittrice americana nata a Chico, California l'11 Dicembre 1971. Ha passato l'infanzia tra Hawaii, Italia, Belgio, Virginia e California, diplomandosi alla Fountain Valley High School in California. Si e' laureata alla UC Berkeley in Letteratura Inglese nel 1994. Ha poi frequentato per alcuni mesi il California College of Arts & Crafts studiando illustrazione. Prima di dedicarsi completamente alla scrittura ha lavorato come libraia, cameriera e disegnatrice. Ha sempre desiderato, fin da piccola, diventare una scrittrice, ma quando pubblico' il suo primo libro, Dreamdark: Blackbringer, nel 2007, aveva gia' 35 anni. Il seguito di questo, Dreamdark: Silksinger, usci' nel 2009 e vinse il Cybil Award.
Comunque e' meglio conosciuta per la serie young adult fantasy Daughter of Smoke and Bone, il cui primo libro, La Chimera di Praga, e' uscito nel 2011. Vive ora a Portland, Oregon con il marito Jim e la figlia Clementine Pie.  (si ringrazia il forum My fantasy Ebook)

Trama: È il sogno a scegliere il sognatore, e non il contrario: Lazlo Strange ne è sicuro, ma è anche assolutamente.certo che il suo sogno sia destinato a non avverarsi mai. Orfano, allevato da monaci austeri che hanno cercato in tutti i modi di estirpare dalla sua mente il germe della fantasia, il piccolo Lazlo sembra destinato a un'esistenza anonima. Eppure il bambino rimane affascinato dai racconti confusi di un monaco anziano, racconti che parlano della città perduta di Pianto, caduta nell'oblio da duecento anni: ma quale evento inimmaginabile e terribile ha cancellato questo luogo mitico dalla memoria del mondo? I segreti della città leggendaria si trasformano per Lazlo in un'ossessione. Una volta diventato bibliotecario, il ragazzo alimenterà la sua sete di conoscenza con le storie contenute nei libri dimenticati della Grande Biblioteca, pur sapendo che il suo sogno più grande, ossia vedere la misteriosa Pianto con i propri occhi, rimarrà irrealizzato. Ma quando un eroe straniero, chiamato il Massacratore degli Dèi, e la sua delegazione di guerrieri si presentano alla biblioteca, per Strange il Sognatore si delinea l'opportunità di vivere un'avventura dalle premesse straordinarie.

Recensione: Non leggevo un fantasy da quando ho terminato la saga di Harry Potter e non mi aspettavo che il primo libro fantasy che ho letto successivamente alla mia saga del cuore sarebbe stato così soddisfacente.
Questo romanzo ha un incipit favoloso e la scrittrice è capace di trasportare totalmente il lettore nel mondo della storia, che, più che altro, risulta essere una splendida favola.
Il protagonista, Lazlo Strange, è un trovatello e il fatto di non avere origini diventa una sua caratteristica indelebile, un marchio impresso sulla sua pelle: Strange infatti in inglese significa “straniero”, di lui non si sanno le sue origini, per cui non ha genitori da compiangere o tristi storie d’abbandono.
Trovato in un carretto come tanti altri bambini, non ha nulla di speciale, l’unica particolarità che i monaci, con cui cresce, tendono a ricordarsi era che appariva di un colorito grigio e non emetteva alcun lamento.

giovedì 18 ottobre 2018

#TrishTalk: Settembre 2018

#TrishTalk: Settembre 2018

Insomma, passiamo da aprile direttamente a settembre.
Tra esami e vacanze, il blog è andato sul serio in vacanza! Ma, con l'inizio dell'università, di settembre in generale, la mia routine ha ripreso a funzionare. Proprio ieri ho comprato una nuova agenda che non vedo l'ora di mostrarvi!
Programmare ogni secondo della mia vita è diventato VITALE. Ma ora veniamo ai consigli di questo mese.

Trish talks about... Books: La capanna dello zio Tom


Dalla serie segnalazione di classici americani (per chi mi segue su Instagram sa più o meno di cosa parlo, ve ne ho indicato uno non ancora nemmeno aperto), oggi ne consiglio uno che ho letto non proprio recentemente.
La capanna dello zio Tom è un romanzo molto toccante il cui tema principale è il commercio degli schiavi e la segregazione razziale negli Stati Uniti: il protagonista è Tom, un uomo nero che vive con sua moglie e i suoi figli a servizio di una famiglia bianca con cui si trovano in perfetta armonia. Una situazione fortunatissima dato che tra i due nuclei famigliari vige il rispetto reciproco: tutto cambia quando Tom è costretto ad andare via dalla sua casa perché viene venduto ad un trafficante di schiavi.
Il libro fu pubblicato nel 1852 per la prima volta e sembra abbia alimentato la causa abolizionista di quegli anni: lo stesso Abraham Lincoln incontrò la Stowe (l'autrice del libro) all'inizio della guerra civile americana e dichiarò:"Allora questa è la piccola signora che ha scatenato questa grande guerra".

mercoledì 26 settembre 2018

Recensione: "Divorare il cielo, Paolo Giordano"

Recensione: Divorare il cielo, Paolo Giordano

Edizione: Einaudi - Supercoralli, 2018
Note autore: Paolo Giordano è nato a Torino nel 1982. È autore di quattro romanzi: La solitudine dei numeri primi (Mondadori 2008, Premio Strega e Premio Campiello Opera Prima), Il corpo umano (Mondadori 2012), Il nero e l'argento (Einaudi 2014) e Divorare il cielo (Einaudi 2018). Ha scritto per il teatro (Galois e Fine pena: ora) e collabora con il «Corriere della Sera».

Trama: La prima volta che Teresa li vede stanno facendo il bagno in piscina, nudi, di nascosto. Lei li spia dalla finestra. Le sembrano liberi e selvaggi. Sono tre intrusi, dice suo padre. O tre ragazzi e basta, proprio come lei. Bern. Tommaso. Nicola. E Teresa che li segue, li studia, li aspetta. Teresa che si innamora di Bern. In lui c'è un'inquietudine che lei non conosce, la nostalgia per un'idea assoluta in cui credere: la religione, la natura, un figlio. Sono uno strano gruppo di randagi, fratelli non di sangue, ciascuno con un padre manchevole, carichi di nostalgia per quello che non hanno mai avuto. Il corpo li guida e li stravolge: la passione, la fatica, le strade tortuose e semplici del desiderio. Il corpo è il veicolo fragile e forte della loro violenta aspirazione al cielo. E la campagna pugliese è il teatro di questa storia che attraversa vent'anni, quattro vite, un amore. Coltivare quella terra rossa, curare gli ulivi, sgusciare montagne di mandorle, un anno dopo l'altro, fino a quando Teresa rimarrà la sola a farlo. Perché il giro delle stagioni è un potente ciclo esistenziale, e la masseria il centro esatto del mondo.

Recensione: Non credevo avrei mai letto di nuovo un libro di Giordano. Però è accaduto ancora e, non me l'aspettavo, mi è piaciuto.
Non avevo alcuna intenzione di leggere questo libro nonostante quasi tutti ne parlassero benissimo, tuttavia la mia migliore amica, tornata dalle vacanze, mi dice di aver letto questo libro, un po' controverso, ambientato in Puglia, di Paolo Giordano... Ah, è per caso:"Divorare il cielo"?
Coincidenza o destino, la mia amica me lo presta perché non vede l'ora di parlarne con me (devo ancora restituirglielo per la cronaca, voglio pubblicamente dirle e quindi affermare che il suo libro è integro e aspetto che scenda per ridarglielo).
Appena finito, ci ho messo due settimane per leggerlo, ci siamo confrontate ed eravamo d'accordo su praticamente tutti i punti su cui abbiamo discusso.

mercoledì 12 settembre 2018

Di serie TV e Premi Strega

Di serie TV e Premi Strega

Avevo voglia di scrivere un post, non troppo impegnativo, ma che mi aiutasse a mettere in ordine gli ultimi avvenimenti in fatto di libri, serie TV e piccole chicche varie.
Il post s’intitola “Di serie TV e Premi Strega” e lascia poco all’immaginazione: non preoccupatevi, li renderò davvero poco pesanti, adatti ad una lettura leggera sulla spiaggia in compagnia di un fresco gelato.

Partendo dalle serie TV, da quando posseggo Netflix molte abitudini si sono, più che cambiate, evolute: col moltiplicarsi delle serie TV nella mia lista e quindi anche di quelle nella mia "watchlist" era necessaria un'app che mi aiutasse a tenerne traccia.
Ne ho trovata una tra le più valide: TV Time. 


Da poco ha implementato anche l'italiano: purtroppo le uniche cose che sono rimaste in inglese sono le trame e i link che indirizzano alla pagina Wikipedia di ogni attore che prende parte alla serie TV.

lunedì 2 luglio 2018

My world award

My world award

Sono stata taggata da ben 3 blog per questo tag che, come penso sappiate, prevede la nomina da parte mia di altri 10 blog.
Purtroppo, come penso coloro che mi seguono su Instagram sapranno (se non lo fate, che state aspettando?! Il mio profilo è questo qua!!), in questo periodo non ho molto tempo per il blog a causa della sessione estiva: per questo non potrò nominare a mia volta 10 blog, purtroppo per questa volta non potrò continuare la catena.
Tantomeno potrò scrivere le domande!
Anche se, non nascondo, che potrei continuare la catena in futuro, nominando i blogger e scrivendo le domande!

...il conferimento di “My world award 2018” è nato per conseguire l’intento di farvi conoscere i blogger che amate e seguite. Questa iniziativa è un ottimo espediente per farvi scoprire chi si cela dietro i canali.
Regole:
  1. Seguire e taggare il blog che ti ha nominato. 
  2. Rispondere alle sue 10 domande. 
  3. Nominare a tua volta 10 blogger. 
  4. Formulare altre 10 domande per i tuoi blogger nominati. Le domande possono essere su vita privata, viaggi,cinema, estetica, musica, serie tv, libri e cibo. 
  5. Informare i tuoi blogger della nomination.

domenica 10 giugno 2018

#TrishTalk: Aprile 2018

#TrishTalk: Aprile 2018

Molto in ritardo, direi estremamente!
Purtroppo nell'ultimo periodo sono molto impegnata e leggere e prendermi cura del blog sono diventati origine di ansia per me, poiché devo dare molti esami in poco tempo e alcuni saranno molto difficili da affrontare.
"Un po'" di arretrati dati dalla mia perpetua stanchezza e la marea delle cose da fare mi opprime: non so mai bene cosa fare per la moltitudine di cose che c'è da fare.
Ma iniziamo!
(Anticipo già che il mese di Maggio e Giugno saranno accorpati in modo tale da lasciare più spazio ad altri post che voglio scrivere e pubblicare da più tempo).

Trish talks about... Books: Lo spacciatore di fumetti 


domenica 20 maggio 2018

Recensione "Ready Player One, Ernest Cline"

Recensione "Ready Player One, Ernest Cline"

Edizione: DeA pianeta libri, 2017
Note sull'autore: Ernest Cline (Ashland, 29 marzo 1972) è uno scrittore e sceneggiatore statunitense. Ha svolto a lungo mansioni sottopagate nel settore informatico in modo da avere molto tempo da dedicare alle sue reali passioni, ovvero internet e la cultura pop.
Nel giugno 2010 Cline ha pubblicato il suo primo romanzo, Player One. Da questo libro è stato tratto il film per la regia di Steven Spielberg.
Nel 2015 è stato pubblicato Armada, secondo romanzo di Cline.

Trama: Wade è un diciottenne solitario, sovrappeso e nerd fino al midollo: non c’è film, gioco di ruolo o videogame di oggi o di ieri che non conosca come le sue tasche. Orfano dei genitori in un 2045 devastato dalla crisi ambientale e dalle diseguaglianze sociali, vive con la zia all’ultimo piano di un bizzarro, fatiscente trailer park verticale. L’unica fonte di evasione, per lui e per gli altri miliardi di persone che popolano il pianeta ferito, è Oasis, lo sterminato universo virtuale a cui si accede grazie a un visore e un paio di guanti aptici. Quando il creatore e proprietario di Oasis, James Halliday, noto cultore e nostalgico degli “innocenti” anni Ottanta, muore, per Wade è l’occasione di riscatto: chi meglio di lui può sperare di risolvere la serie di enigmi che Halliday ha nascosto all’interno dei mitici videogiochi della sua infanzia? Ma la I.O.I., multinazionale potente e spregiudicata, non ha alcuna intenzione di vedersi surclassata da uno sprovveduto qualunque, e, pur di mettere le mani su Oasis, si prepara a giocare una partita che più sporca e disonesta non si può. Acclamato come il primo, formidabile romanzo dell’Era digitale, Ready Player One è un vero e proprio trionfo dell’immaginazione – capace di intrattenere, stupire, emozionare ogni lettore, ma anche di farci riflettere sul futuro a cui andiamo incontro.

Recensione: L'unica ragione che mi ha dato la spinta più "sostanziosa" a leggere questo libro è stato il film tratto, appunto, da questo romanzo e diretto da Spielberg. Ne avevo sentito parlare però da Erika, di Diaryofabibliophile e da quel momento era a marcire nella mia wishlist.
Ragione più che sufficiente per leggere un libro che partiva con le più alte premesse: storia avvincente, bei valori proposti, personaggi credibili e mondo distopico.
Sono tremendamente soddisfatta di aver deciso di intraprendere la lettura di Ready Player One: era da tanto che un libro non mi teneva incollata alle pagine come ha fatto questo, e, quando ho dovuto dare una valutazione su Goodreads, per la prima volta dopo, appunto, tanto tempo, non ci ho pensato due volte e l'ho promosso a pieni voti.

lunedì 14 maggio 2018

#TrishTalk: Marzo 2018

#TrishTalk: Marzo 2018

Ovviamente in ritardo, ma meglio tardi che mai!
Non lascio molto spazio a questa parte introduttiva, faccio solo i soliti annunci: questo mese usciranno, spero, altri 3 post, di cui una recensione e chissà che non riesca a scriverne anche un'altra, aumentando quindi la mole dei post a 4. Aspettative troppo alte per il mio poco tempo.
Con questo iniziamo subito!
Marzo è stato un mese decisamente produttivo se vogliamo considerarlo sotto il punto di vista di film e serie TV, per questo ci sono solo "titoli del momento".
Per i libri... ho scoperto un mio nuovo preferito e non potevo esimermi dal parlarvene.

Trish talks about... Books: Blankets


domenica 22 aprile 2018

#SeriesTalk: Una serie di sfortunati eventi

#SeriesTalk: Una serie di sfortunati eventi


Tanti post in programma e così poco tempo per scriverli. Colgo l'attimo e comincio a scrivere quello che si concentra su di una mia recentissima maratona su Netflix, in più "lancio" una nuova rubrica che ho deciso avrà cadenza casuale e in cui parlerò a scelta di una serie TV e/o saga di libri di cui vorrei tanto parlarvi.
Serie in esame di questo post sarà, come anticipo nel titolo, Una serie di sfortunati eventi, ormai popolarissima serie Netflix basata sulla serie di libri omonimi di Lemony Snicket che io, tra parentesi, non ho letto.
Tengo a precisare, quindi, che non farò alcun discorso basato sulle differenze coi libri, questa sarà un semplice "recensione" (per lo più commento visto che non ho una preparazione abbastanza approfondita di cinema per scendere nei particolari tecnici) dove vi spiego perché mi è piaciuta e soprattutto i motivi per i quali molti aspetti sono oggettivamente ben fatti.

martedì 13 marzo 2018

#TrishTalk: Febbraio 2018

#TrishTalk: Febbraio 2018

Quello di febbraio è stato un mese abbastanza fruttuoso sicuramente a livello di film e serie TV, purtroppo non posso dire la stessa cosa per i libri che sono stati molto pochi... uno a dire la verità!
Spero che marzo sarà un mese più fortunato per le mie letture, ho già molti (troppi) libri pronti sul comodino e spero di riuscire a leggerli e a parlarvene, se non di tutti, di almeno la maggior parte!

Trish talks about... Books: Il meraviglioso mago di Oz


venerdì 2 marzo 2018

Recensione "Le assaggiatrici, Rossella Postorino"

Recensione "Le assaggiatrici, Rossella Postorino"

Edizione: Feltrinelli, 2018
Note sull'autrice: Rosella Postorino (Reggio Calabria, 1978) è cresciuta in provincia di Imperia, vive e lavora a Roma. Ha esordito con il racconto In una capsula, incluso nell'antologia Ragazze che dovresti conoscere(Einaudi Stile Libero, 2004). Ha pubblicato i romanzi La stanza di sopra (Neri Pozza, 2007; Premio Rapallo Carige Opera Prima), L’estate che perdemmo Dio (Einaudi Stile Libero, 2009; Premio Benedetto Croce e Premio speciale della giuria Cesare De Lollis) e Il corpo docile (Einaudi Stile Libero, 2013; Premio Penne), la pièce teatrale Tu (non) sei il tuo lavoro (in Working for Paradise, Bompiani, 2009), Il mare in salita (Laterza, 2011) e Le assaggiatrici(Feltrinelli, 2018). È fra gli autori di Undici per la Liguria (Einaudi, 2015).

Trama: "Il mio corpo aveva assorbito il cibo del Führer, il cibo del Führer mi circolava nel sangue. Hitler era salvo. Io avevo di nuovo fame." Fino a dove è lecito spingersi per sopravvivere? A cosa affidarsi, a chi, se il boccone che ti nutre potrebbe ucciderti, se colui che ha deciso di sacrificarti ti sta nello stesso tempo salvando?La prima volta che entra nella stanza in cui consumerà i prossimi pasti, Rosa Sauer è affamata. “Da anni avevamo fame e paura,” dice. Con lei ci sono altre nove donne di Gross-Partsch, un villaggio vicino alla Tana del Lupo, il quartier generale di Hitler nascosto nella foresta. È l’autunno del ’43, Rosa è appena arrivata da Berlino per sfuggire ai bombardamenti ed è ospite dei suoceri mentre Gregor, suo marito, combatte sul fronte russo. Quando le SS ordinano: “Mangiate”, davanti al piatto traboccante è la fame ad avere la meglio; subito dopo, però, prevale la paura: le assaggiatrici devono restare un’ora sotto osservazione, affinché le guardie si accertino che il cibo da servire al Führer non sia avvelenato.
Nell’ambiente chiuso della mensa forzata, fra le giovani donne s’intrecciano alleanze, amicizie e rivalità sotterranee. Per le altre Rosa è la straniera: le è difficile ottenere benevolenza, eppure si sorprende a cercarla. Specialmente con Elfriede, la ragazza che si mostra più ostile, la più carismatica. Poi, nella primavera del ’44, in caserma arriva il tenente Ziegler e instaura un clima di terrore. Mentre su tutti – come una sorta di divinità che non compare mai – incombe il Führer, fra Ziegler e Rosa si crea un legame inaudito.

Recensione: Ho terminato questo libro abbastanza faticosamente, non per colpa di quest'ultimo, fortunatamente, nonostante comunque il ritmo s'imponga come primo elemento da trattare nella mia recensione, a quanto pare.
Non procede spedito, ma dobbiamo anche capire in che anno ci troviamo per non ricadere in una critica inutile: le vicende avvengono tra il '44 e il '45, la guerra ormai è quasi finita, ma solo noi lettori possiamo saperlo. Ci troviamo in Germania e Rosa, a casa dei suoi suoceri, sta solo aspettando che suo marito torni dal fronte per riabbracciarla e tornare finalmente a Berlino: purtroppo però, non per sua volontà, riceve un incarico speciale, uno che non aveva mai chiesto di compiere ma che a suo malgrado, deve e che le cambierà la vita radicalmente.
Assaggiatrice ufficiale di Hitler: Rosa rischierà di morire per tutta la durata della permanenza del Führer a Gross-Partsch.

Come potete immaginare non è un romanzo semplice da articolare e tenere in piedi, però io ritengo che l'autrice ci sia riuscita. Il ritmo è adeguato al tipo di narrazione che si affronta: Rosa viene pagata per rischiare di morire, o ancora meglio, per morire al posto di un'altra persona che, chi dice abbia più valore di lei?
Il romanzo è quello che io definirei introspettivo, e qui tutti gli onori ad un libro che riesce pienamente sotto questo aspetto: Rosa è un personaggio approfondito, coerente e umano. In realtà tutti i personaggi sono ben delineati e completi, anche se qualcuno ci appare un po' più criptico, non viene assolutamente lasciato al caso, nel suo insieme l'alone di mistero ha un senso.

Torno a concentrarmi sull'aspetto introspettivo del romanzo che, credo, sia la parte più importante. Avevo paura che il libro diventasse troppo pesante o, prima di iniziarlo, temevo fosse troppo riduttivo o superficiale: la nostra protagonista, nonostante un compito difficile, il segreto che deve mantenere e le continue pressioni che riceve da parte non solo dei superiori ma anche dalle sue compagne, che la percepiscono come un "outlander", quasi un nemico, deve anche digerire la notizia della sparizione di suo marito. 
Questo evento la strazia e la rende apatica. Rosa sognava una famiglia e un marito amorevole, finalmente era così vicina ad ottenere ciò che aveva sempre desiderato che la guerra glielo porta via. è la triste realtà che molte donne hanno dovuto affrontare e che molte di loro non sono riuscite a superare. 

Il conflitto di Rosa diventa anche nostro e ci coinvolge coi suoi sogni, i suoi sentimenti e i suoi pensieri tormentati. Lei non potrà essere più la stessa dopo questa guerra che ha distrutto i suoi sogni e che l'ha resa inevitabilmente, e inesorabilmente, una donna diversa. Una persona diversa.
Dovremmo anche immaginare quanto il fatto di essere delle donne in quell'epoca potesse essere svantaggioso con un regime dittatoriale e soldati senza scrupoli e violenti.
Penso che anche questo punto sia ben approfondito, possiamo osservare durante tutta la durata del romanzo una contrapposizione cruda tra "l'emisfero" femminile e quello maschile: mi ha fatto pensare a quanto adesso le donne siano più fortunate ad essere così emancipate e a godere di tanti diritti, tra cui quello di parola, il più importante a parer mio.

In sintesi, il romanzo rimane coerente fino alla fine con quando afferma durante tutta la narrazione, i pensieri e i problemi di Rosa non sono esposti unicamente per "dare effetto" al romanzo, anzi, tutte le vicende che vive la segnano profondamente e alla fine capiamo quanto siano state gravi queste ferite, ancora aperte, anche a incubo finito.
La nostra è una protagonista succube, che non riesce a trovare altra soluzione che chiudersi in sé stessa, davanti "ad un terreno" arido, che non l'accoglierebbe qualora lei volesse esternare il suo vissuto travagliato e le sue sofferenze.
Solo nel settembre 2014 l'ultima delle assaggiatrici di Hitler, Margot Wolk, ancora in vita rende pubblica la sua esperienza: muore poco dopo e quindi non sapremo mai la sua storia, tuttavia il suo silenzio, durato per tutta la sua vita, dovrebbe farci capire quanto questa esperienza possa essere stata traumatica per lei. Proprio per questo ho apprezzato molto l'introspezione di questo romanzo che si lascia, sì, trasportare da alcune vicende tipiche di un'opera romanzata appunto, ma che non diventa troppo "finto" e superficiale lasciandoci dell'amaro in bocca, come in un po' tutte, ammettiamo, le storie di guerra che ci capita di leggere o ascoltare.

VALUTAZIONE:



giovedì 22 febbraio 2018

Harry Potter Tag

Harry Potter Tag


Da quando ho finito di leggere la serie di Harry Potter, non faccio che pensare al fatto che voglio assolutamente parlarne con quante più persone possibili.
Avevo intenzione di iniziare una nuova rubrica che mi permettesse di parlarvi delle serie appena concluse, senza dilungarmi in recensioni su recensioni di serie di libri (che, ammettiamolo, ammorberebbero a morte), con le dovute eccezioni, ovviamente.
Non ho sentito il bisogno di recensire la serie di Harry Potter libro per libro, prima di tutto perché sono ben 7 libri, e poi avrei ripetuto per lo più le stesse cose in tutte le recensioni.
Ho optato per questo tag per ragioni semplicissime: è facile, veloce e anche molto diretto!
Per cui, bando alle ciance, iniziamo!

1. Libro preferito?


Iniziamo già con una domanda difficile XD
Parto col dire che io adoro tutti i libri della saga, ma quello che secondo me è scritto meglio fra tutti, un po' anche il più completo è l'Ordine della fenice.
L'analisi dei personaggi, il tema della morte, dell'amicizia e dell'amore sono trattati benissimo e in maniera impeccabile dalla Rowling: in questo libro si è superata a mio parere.

2. Film preferito?


Non ne ho uno, bensì 2: Il prigioniero di Azkaban e Il principe mezzosangue. Mi piacciono entrambi tantissimo, il primo è fedele al libro oltre che scritto e girato magnificamente, il secondo invece segue una linea più ironica, non si prende troppo sul serio insomma.
Li rivedrei miliardi e miliardi di volte!

3. Libro piaciuto di meno?


Qui rispondo a mani basse e senza alcun indugio con I doni della morte. È stato sicuramente il libro più lento fra tutti, ma, nonostante capisca la necessità dell'autrice, ho apprezzato più i due film a dirla tutta: la fine dell'ottavo sembra più completa. 
Il vero problema è che mi aspettavo un epilogo più corposo, che ci desse più informazioni sul futuro dei nostri maghetti, carpiamo poche e fugaci informazioni in realtà: grazie a dio c'è pottermore perché altrimenti molte cose sarebbero state lasciate un po' al caso.

4. Film piaciuto di meno?


Questa domanda sinceramente l'ho aggiunta io, unicamente per rendere il tag un po' più completo: il film che mi è piaciuto meno fra tutti è sicuramente l'Ordine della fenice.
Già prima di leggere i libri non mi piaceva affatto, lo trovavo frettoloso e scritto male, come ho potuto constatare leggendo il libro è davvero così: troppe cose importanti ignorate completamente, personaggi poco approfonditi e storia semplificata, sì, un passaggio necessario per la trasposizione, ma in questo caso, secondo me, è stato troppo accentuato.
Per di più dovrebbe essere la trasposizione del mio libro preferito della saga, quindi immaginate che delusione!

5. Parte dei libri/film che ti ha fatto piangere?


Per i film non ho pianto, sono quel tipo di persona che molto raramente si emoziona per film/libri, però devo ammettere che ho versato qualche lacrimuccia per la fine del quinto libro...
La parte dello specchietto di Sirius non l'ho potuta proprio affrontare.

6. Se potessi incontrare uno qualsiasi dei personaggi, quale sarebbe?

Mmh... Domanda molto difficile, probabilmente Hermione, ma anche Silente mi affascina molto: uno dei maghi più potenti al mondo e la sua aria misteriosa lo rendono molto accattivante.

7. Personaggio preferito?


Hermione! Nonostante alcuni momenti in cui è decisamente insopportabile anche per me, è la più saggia e giusta, sa sempre cosa fare e ha insegnato tanto anche a me.

8. Quale sarebbe il tuo patronus?

Non ne ho la più pallida idea, dopotutto lo capisci solo quando ne evochi uno, no?

9. Se potessi avere uno dei dono della morte, quale sarebbe?

Il mantello dell'invisibilità mi farebbe molto comodo...

10. In quale casa finiresti?

Beh, probabilmente con me il "cappello parlante" ci avrebbe messo un po' più del previsto, mi piacerebbe molto Grifondoro, Corvonero e Serpeverde però mi rappresenterebbero di più, Tassorosso è stata una delle ultime case in cui Pottermore mi smistò... Mistero.

11. Se potessi incontrare un membro del cast, quale sarebbe?


Altra risposta ovvia: Emma Watson. È un'attrice amante della lettura, sarebbe interessante farci una chiacchierata.

12. Siete rimasti felici alla fine?


Dopo domande un po' sciocche, approfitto di questa per esprimere un po' le mie impressioni finali sulla saga.
Come già ho accennato prima, il finale è stato un po' troppo frettoloso, nell'epilogo soprattutto, non mi ha delusa, sicuramente, e questa è una saga che mi rimarrà nel cuore per sempre. Se non l'avete mai letta, mi appello al vostro buon senso: nonostante l'inizio sia un po' infantile, ma comunque godibilissimo (ho divorato i primi tre nel giro di qualche giorno), vi assicuro che la narrazione diventa sempre più matura ed acquista, libro dopo libro, toni sempre più dark; i temi della morte, abbandono, amicizia e amore sono trattati magnificamente e con una delicatezza esemplare. 
I personaggi sono sicuramente il punto di forza di questa saga meravigliosa: crescono con i libri, imparano dai loro errori e penso sia essenziale seguire passo passo la maturazione dei personaggi in questo tipo di saghe. 
L'unico personaggio che solo da un momento all'altro acquista più visibilità, rimanendo troppo nell'ombra secondo me durante tutta la saga, è Ginny. 
Secondo me per il rapporto che poi instaurerà con Harry, avrebbe dovuto essere un personaggio più approfondito, tuttavia la Rowling riesce a tratteggiare il suo carattere in poche righe: come al solito, impariamo dalla Rowling.
Sunto: il finale mi ha lasciata con l'amaro in bocca, non posso dire però che sia stato totalmente deludente, anzi, è una saga scritta benissimo, che non ha buchi di trama (non lascia niente al caso) e che, soprattutto, ha creato un mondo che ha tanti rimandi alla filosofia e alla letteratura. 

13. Quanto significa Harry Potter per te?

Il mio più grande errore probabilmente è di non aver letto la saga sin da bambina, l'avrei preferito, considerando l'impatto emotivo di questa serie. 
Harry Potter mi ha fatto capire COME si scrive un libro, o serie, per ragazzi, COME si trattano realmente alcuni temi delicatissimi e non può che far sfigurare davanti a lui altri libri Young-adult. 


Credits©: i disegni sono stati prelevati da viria13

lunedì 19 febbraio 2018

Blogger Recognition Award

Blogger Recognition Award


Solo dopo essermi resa conto che questo NON era il Liebster Award, avrei piuttosto rinunciato a fare questo post, MA volevo tanto ringraziare le due blogger che mi hanno gentilmente nominata:

Data la carenza di tempo e le domande che sono praticamente identiche a quelle a cui ho risposto alcuni mesi fa, vi rimando al mio vecchio post dove potere leggere le mie risposte che, oggi, rimangono le stesse!

Taggo con piacere chiunque stia leggendo questo post, se voleste riproporre questo "Award" sul vostro blog, queste sono le domande a cui rispondere:
  1. Ringraziare il blogger che ti ha nominato e inserire il link al suo Blog;
  2. Scrivere un post per mostrare il proprio riconoscimento;
  3. Raccontare la nascita del proprio Blog;
  4. Dare consigli ai nuovi blogger;
  5. Nominare altri 15 blogger ai quali vuoi passare il segno di riconoscimento;
  6. Commentare sul Blog di chi ti ha nominato e fornirgli il link al tuo articolo (anche sulla pagina Fb).
Scusatemi per il breve post, molto fugace ecco, però ci tenevo a ringraziare questi due blog e a invitarvi a rispondere a questo piccolo "tag".

Vi ricordo che ho attivato la Newsletter, per iscrivervi cliccate l'immagine qui sotto:


giovedì 8 febbraio 2018

#TrishTalk: Gennaio 2018

#TrishTalk: Gennaio 2018

Eccomi qui, non sono sparita completamente!
Mi dispiace di questo mega ritardo, ma come forse immaginate bene, Gennaio e Febbraio sono due mesi pienissimi per gli studenti universitari alle prese con gli esami (ne devo affrontare due questo mese).
Come non dovrebbe essere sfuggito agli occhi più attenti, non ho pubblicato il TrishTalk di Dicembre: ho deciso di “mettere insieme” quello di dicembre e gennaio per portarvi qualcosa di più completo e per lasciare spazio ad altri post che voglio pubblicare il prima possibile.
Tra le altre cose devo rispondere ad un Blogger Recognition Award (sì, vi ho visti ;) ) quindi... Tanto lavoro!

Prima di iniziare voglio aggiornarvi su una piccola chicca che ho aggiunto al blog: se lo desiderate, potete iscrivervi alla Newsletter del blog e ricevere ogni qual volta pubblico un post una mail.
Non vi preoccupate, potreste ricevere massimo 2 mail a settimana e non ci saranno pubblicità!
Per iscrivervi cliccate sul logo qui sotto e inserite va vostra mail:



Trish talks about... Books: Le notti bianche


È uno dei miei libri preferiti in assoluto, non c’è una ragione in particolare che mi ha spinta a consigliarvelo, beh, in realtà una forse sì, ossia il fatto che, per l’appunt, è uno dei miei libri preferiti e non ve ne ho mai parlato!

Questo è un libro scritto in maniera magistrale, prestissimo leggero Delitto e Castigo dello stesso autore e non vedo l’ora, e i temi trattati penso siano vicini a tutti i lettori: se siete appassionati alla lettura e siete degli inguaribili sognatori, è il libro che si sposerà con la vostra anima.


Trish talks about... TV Series: Stranger Things


Non è sicuramente un telefilm che richiede una particolare presentazione: vorrei solo dirvi, se non l’avete iniziato perché è troppo popolare... no, non va bene, DOVETE iniziarlo.
Ho divorato la prima e la seconda stagione nel giro di davvero poco tempo e devo dire che è sicuramente la migliore che ho visto nell’ultimo periodo.

Se qualcuno di voi l’ha vista, qual è il vostro personaggio preferito? Per me Steve ragazzi: il suo personaggio cresce tantissimo durante le stagioni, l’ho apprezzato tantissimo.


Trish talks about... Films: Interstellar


È da un po’ che voglio rivederlo, un mio amico ultimamente me ne ha parlato di nuovo e la mia voglia, già prima molto insistente, di rivederlo si è amplificata.

Devo rivelarvi che ho un debole per le storie ambientate nello spazio, dai libri ai film adoro tutto ciò che esplora i più reconditi luoghi dell’universo, in più ho anche un feticcio per le storie misteriose ed enigmatiche.
Bene. Questo film non è solo una storia di astronauti che viaggiano per l’universo in cerca di un pianeta abitabile, è anche la storia della relazione tra un papà e la sua bambina, la storia di un mondo che lotta che ormai è arrivato ai suoi ultimi respiri, la storia di un futuro non troppo lontano.

Questa è un film che vorrete rivedere appena terminato, il finale non vi lascerà delusi quanto più commossi.
Oh, quasi dimenticavo, gli effetti speciali lo rendono un piccolo capolavoro.

giovedì 18 gennaio 2018

Multinazionale e privato: due mondi letterari a confronto

Multinazionale e privato: due mondi letterari a confronto



DISCLAIMER: questo post è stato scritto nel giorno 12/01/2018.

Oggi post molto diverso dal solito, ho voluto discostarmi dai soliti post che escono sul blog perché mi premeva parlarvi di un argomento sul quale stavo riflettendo proprio ieri e sul quale continuo a rifletterci anche oggi. Ma partiamo dal principio.

Ieri, spinta dai saldi e dalla mia sempre presente smania di acquistare libri, ho "fatto visita" alla Feltrinelli dove ho fatto un felicissimo acquisto: Trilogia di New York di Paul Auster (trovate la copertina nella foto del post). Devo però rivelarvi che non era questo il libro che avevo intenzione dei acquistare ieri.
Ovviamente penserete: ma la Wishilist di un lettore accanito è infinita, è ovvio che non era proprio quello che volevi, ce n'erano sicuramente altri che desideravi e su cui eri indecisa. Beh è vero.
Ma il problema è stato un altro: alla Feltrinelli non avevano tutti i libri su cui avrei voluto essere indecisa.
Anche qui direste: Probabilmente li avevano terminati. Ma anche qui il problema è un altro. Quello che ho notato passeggiando per la Feltrinelli è che ormai i libri che ci sono sugli scaffali, o sui ripiani in bella vista, si trovano lì soltanto perché ultimamente sono mainstream.

Ma che significa questa parola? Bene, ve lo scrivo così come trovo il significato su internet:
è un termine inglese usato come aggettivo in vari campi delle arti e della cultura per indicare una corrente che, in un particolare ambito culturale, è considerata più tradizionale e "convenzionale", comune e dominante, venendo quindi seguita dal più grande pubblico.
-Wikipedia

 Sicura di trovare tutti i libri di cui avevo bisogno, man mano che trovavo i titoli su cui ero indecisa, li caricavo su un braccio e giravo tra gli scaffali come una forsennata, alla disperata ricerca di quelli che mancavano all'appello: cercavo 2 saggi ("Armi, acciaio e malattie" e "Il secolo breve") e un libro abbastanza "vecchiotto" ossia "Amabili resti" di Alice Sebold. Se proprio devo essere pignola, c'erano anche molti altri che mancavano all'appello, ma girando e rigirando in primo piano c'erano o li stessi libri che ci sono sempre in evidenza (quali i soliti titoli di Adelphi oppure i soliti titoli e/o, l'immancabile Charles Bukowski, i libri di autori orientali che prima, quando erano appunto mainstream, erano titoli abbastanza vari mentre adesso si limitano a quelli di Banana Yoshimoto e Murakami, e la mia lista può continuare con i libri rosa, i soliti ovviamente, e chi più ne ha più ne metta) oppure, appunto, le novità (già super famose, assolutamente non quelle meno commerciali) che sommergono i libri che, magari, non sono poi così vecchi o così poco famosi o ancora, direi soprattutto, meno importanti rispetto a quelli più recenti e “di moda”.
Con quello che ho detto io non intendo assolutamente svalutare determinati libri, alcune case editrici o alcuni generi letterari: la mia è una critica verso il sistema che le librerie (non solo la Feltrinelli insomma) adottano per vendere i libri.

Io personalmente vado nelle catene perché sono ancora sicura di riuscire a trovare sempre quello che voglio, ma in realtà queste grandi "compagnie" stanno pian piano trasformandosi in una sorta di "Multinazionale" dei libri: quello che ho notato non solo ieri ma anche tutte le altre volte che ho  visitato la Feltrinelli in questo ultimo periodo, è che si cerchi di vendere QUANTO più si può invece di dare una gamma più completa e vasta di libri oltre che di qualità e pensata davvero per i lettori.
Il libro che ho sempre trovato di Paul Auster è stato sempre e solo "Trilogia di New York" tra i contemporanei che vantavano sempre gli stessi titoli: ieri non c'era solo "Trilogia di New York" (che mi sono finalmente decisa a comprare dopo il mio immenso peregrinare) ma anche altri 3-4 titoli dello stesso autore che se non fosse stato per "4 3 2 1" io non avrei mai conosciuto o, per lo mento, VISTO in libreria.

Mi sembra che le catene di librerie possano essere paragonate a una specie di fruttivendolo dove vengono esposte solo le novità o la frutta e la verdura che sembra più gustosa: l'unica differenza è che i libri col tempo non marciscono. 
Per come la vedo io alcuni titoli acquistano valore, come i libri di Italo Calvino ad esempio che adesso, meritandoselo, ha il suo posto d'onore nelle librerie. 

Per questo qui sul blog non faccio segnalazioni, è una tipologia di post che a me PERSONALMENTE non piace: preferisco recensire un libro e parlarvene in maniera approfondita piuttosto che presentarvelo in maniera che io ritengo abbastanza sterile.
Quindi, sunto della mia discussione: nonostante comunque sia normale non riuscire a trovare il libro che si desidera che magari è meno richiesto o acclamato di altri (il che può essere perfettamente normale se le copie disponibili sono terminate) credo che il problema di fondo è da considerarsi più grande di quanto si creda, infatti non sempre possiamo trovare in una catena di librerie gente davvero amante del proprio lavoro o dei libri, cosa che invece può accadere più facilmente in una libreria privata/indipendente.

Io penso che sia molto importante amare il proprio lavoro in genere (o per lo meno farselo piacere quando le situazioni della vita ci mettono nelle condizioni di non poter scegliere altro) e, in particolare modo, penso che per essere assistenti d'acquisto in un negozio bisogni essere motivati, gentili, disponibili e, soprattutto, competenti nel campo in cui si viene ammessi.
A quanti sarà capitato d'incontrare commessi che non avevano tutte queste qualità? E che peccato è stato trovarli proprio nel negozio in cui non avreste mai voluto incontrare una persona scorbutica, a cui invece avreste voluto chiedere consigli e informazioni?
Ecco perché penso che sia importante rivedere le priorità di una libreria e considerare anche il proprio staff che, sicuramente, fa la differenza in luoghi dove il cliente tende a cercare l'aiuto e il supporto del commesso. Ovviamente in una Multinazionale è più facile trovare assistenti che non sono proprio quelli che ci aspettiamo: penso che anche in questo campo le librerie indipendenti/private siano "avanti" proprio perché ci sono persone che scelgono molto più accuratamente il proprio staff.

Vi aspetto nei commenti per discutere rispetto questo argomento o comunque anche demolire alcune mie osservazioni! è un argomento che, penso, sarà vicino a molti lettori.




mercoledì 10 gennaio 2018

Recensione "L'incubo di Biancaneve"

Recensione "L'incubo di Biancaneve"

Autore: Scarlet Danae
Trama: Una ragazza sfortunata, usata dalla matrigna come schiava sessuale. Una misteriosa droga spacciata in delle mele. Un'overdose fatale e un viaggio in un mondo parallelo, infetto da un virus mortale e oppresso da sette streghe. Riuscirà Bianca a salvare il principe Darknight tenuto prigioniero nella città dei mercenari? Ma soprattutto, accetterà il suo destino come clone della rivoluzionaria Biancaneve?

Recensione: Prima di iniziare la recensione vorrei ringraziare l'autrice che mi ha inviato una copia del suo libro: per saperne di più sull'autrice e sui suoi libri vi lascio il link per il suo profilo Instagram.

Complessivamente il libro mi è piaciucchiato: ha un incipit non proprio brillante, ma fortunatamente il ritmo diventa più scorrevole dopo la prima metà quando la nostra protagonista, Bianca, viene catapultata in una realtà parallela alla sua e, a suo malgrado, sarà costretta a ricoprire il ruolo di Biancaneve. 
La costruzione del mondo distopico l'ho apprezzata, è alquanto originale, con un retaggio fiabesco ma abbastanza solido e, inoltre, le ambientazioni sono ben descritte, il che non è da tutti, quindi punto a favore. Essendo parte di una saga mi aspettavo che molte cose non venissero rivelate, infatti questo libro instilla tanti dubbi e questioni irrisolte di cui si vuole assolutamente venire a conoscenza.

Quindi, nonostante la "versione" della storia nella realtà di Bianca non mi sia per niente piaciuta (ho trovato abbastanza strano il fatto che Bianca non avesse provato a scappare dalla sua matrigna, la quale sembra quasi un oggetto di scena, avrei voluto che il ruolo dell'antagonista fosse più marcato), ho trovato la seconda parte ambientata nella realtà alternativa un po' rocambolesca ma sicuramente più fluida. 
Esprimendo un parere generale sulla trama e sull'originalità della storia, dico di esserne soddisfatta!

Per quanto riguarda i personaggi, devo ammettere di non essere mai stata un'amante delle protagoniste, infatti nemmeno questa volta mi sono trovata in sintonia con Bianca che, essendo sboccata e a volte inadatta, sicuramente non ha guadagnato la mia simpatia! Ma credo che questa sia tutta questione di gusti personali e delle mie personali emozioni, quindi non temete: potreste amarla quanto odiarla!
Cogito è il personaggio da cui mi aspettavo tutt'altro: essendo una macchina mi aspettavo che avesse un'"anima" più meccanica, però proseguendo con la narrazione ho apprezzato anche questo lato più "magico" della lettura, ma sarebbe bello approfondire la questione di Cogito e magari capire come l'abbia modificato Biancaneve, rendendolo un essere quasi senziente.

Lo stile invece non mi ha presa moltissimo: le descrizioni, come ho già detto, degli ambienti sono efficaci, tuttavia le descrizioni fisiche a volte lasciano a desiderare, credo che l'unico personaggio con una buonissima descrizione fisica sia Bianca, o anche il Lord della prigione. Tolti questi particolari, l'elemento che non mi ha convinta riguardo lo stile, sempre però semplice e scorrevole, è stata l'impostazione dei dialoghi: a volte erano forzati, alcuni, alla fine in particolare, potevano risultare infantili.

Concludo facendo il punto della situazione: ho trovato la storia originale, nonostante qualche pecca, magari anche recuperabile con i seguiti i quali, spero, spieghino tanti nodi irrisolti e, soprattutto, approfondiscano i personaggi secondari (che per ora sono stati abbastanza abbozzati) che meriterebbero qualche connotazione in più, ho trovato interessante una versione più "cruda" del retelling della fiaba di Biancaneve, chissà che però lo stile e il carattere di Bianca non possano cambiare col tempo!!

VALUTAZIONE:


sabato 6 gennaio 2018

Top 5 Libri 2017

Top 5 Libri 2017


è da qualche settimana che manco sul blog, per due ottime ragioni: le vacanze e la preparazione agli esami. Questo però non ha diminuito il mio desiderio di parlarvi di libri e, con la fine del 2017, mi è sembrato opportuno stilare una piccola lista dei libri (ma ci saranno anche alcuni fumetti) migliori che ho letto nel 2017.
Non è stato molto difficile trovarne cinque tra tutti quelli che ho letto quest'anno: ne ho letti soltanto venti e la maggior parte delle mie letture sono state deludenti, sono stata molto lenta nel finire alcuni e credo di aver sbagliato la mia "scaletta" di letture.
Ultimo accorgimento che vi do: i libri non sono in ordine di gradimento, mi sono piaciuti tutti (chi più chi meno) e vi elencherò quelli che secondo me sono stati più "meritevoli" rispetto a tutti gli altri che ho letto durante l'anno.

  • Harry Potter: la saga

Iniziamo bene... barando! Non avevo mai letto in vita mia la saga di Harry Potter trasportata da coloro che sostengono che siano meglio i film, però quest'anno ho deciso di dare una possibilità ai sette libri della Rowling, invogliata anche dal fatto che avevo appena ottenuto il fantomatico buono di Renzi da 500 euro.
Non voglio dilungarmi oltre coi motivi perché ho intenzione di fare un post dedicato solo a loro, vi basti sapere che è una saga che MERITA di essere letta e amata.
  • L'inventore di sogni, Ian McEwan

Entrato a far parte dei miei libri preferiti in assoluto, questo è uno di quei libri magici che in realtà non parlano di magia vera e propria, ma di un fenomeno assai più vicino a noi, e in particolare modo a noi lettori: l'immaginazione, in questo caso dei bambini. 
Lo stile di scrittura di McEwan è molto coinvolgente, era da tempo che non riuscivo a staccarmi dalle pagine di un libro ed è stato bellissimo provare di nuovo quella sensazione: la narrazione non si limita all'infanzia ma va oltre, indagando ad esempio sul fenomeno della morte con occhi innocenti, o, anche, di questioni che solo i più grandi riescono a "comprendere", fino ad arrivare all'incompresa età adulta, ricca di misteri e complessità troppo distanti per un bambino a cui basterebbe una colla per vivere avventure indimenticabili.
  • Il cane che guardava le stelle, Takashi Murakami

Manga edito dalla J-Pop che non ha nulla da invidiare ad un romanzo: io di solito non leggo manga perché li trovo abbastanza dispendiosi, preferisco racconti che durino solo un paio di volumi oltre che alle trasposizioni animate, che preferisco di gran lunga.
Tuttavia mi sono ritrovata questo piccolo manga autoconclusivo fra le mani perché mi è stato prestato gentilmente da un mio amico: mai prestito migliore è stato fatto!
è una storia tenerissima che parla del rapporto tra cane e padrone, ma non soltanto di quello, anche di famiglia, povertà, amore e morte.
Tenete pronti i fazzoletti perché piangerete, e tanto!
  • Coraline, Neil Gaiman

Anche questo libro è considerato un cult della letteratura per ragazzi e io non l'avevo mai letto: adoro il cartone che sento ancora di preferire al libro, tuttavia questo rimane un bel libro che non fatico a credere sia diventato un cult.
Cercavo qualcosa da leggere nel periodo di Halloween e quello di Neil Gaiman mi sembrava il più indicato data la mole non troppo impegnativa: l'ho divorato in poco tempo e mi ha trasportata in uno stato d'inquietudine come, sicuramente, non avrei mai immaginato potesse fare.
Ho apprezzato molto anche le figure retoriche che l'autore propone coi personaggi e le peripezie che affronta Coraline: non mi dilungo ancora perché vi ho fatto una recensione del libro proprio QUI sul blog!

  • Eleanor & Park, Raimbow Rowell

Di questo libro non ricordo di avervene parlato abbastanza, nell'ultimo TrishTalk ve lo cito e ve ne parlo un pochino. Credo che se siete anche un minimo interessati al genere YoungAdult dobbiate leggere questo libro.
Mi sembra strano che uno dei libri per il quale avevo bassissime aspettative si sia rivelato alla fine un gioiellino nella mia libreria. Questo è un libro di una delicatezza unica, pur avendo una storia abbastanza banale e nutrendosi di alcuni cliché (non però troppo comuni), è interessante capire le dinamiche del rapporto tra i protagonisti. 
L'autrice parla con semplicità di un amore tenerissimo che si sviluppa in una realtà crudele che alla fine i due protagonisti dovranno affrontare, volenti o nolenti: i personaggi sono abbastanza inusuali se confrontati coi "classici tipi" da YoungAdult e l'autrice riesce a tratteggiare i loro caratteri in pochissime righe.


Con questo, chiudo la mia top 5, ripeto nuovamente che i libri che ho letto quest'anno sono stati pochi e alcuni (se non la maggior parte) abbastanza deludenti.
Spero che tutti i buoni propositi che mi sono posta per l'anno nuovo fruttino un bel, e ripeto BEL, bottino letterario: confido molto nelle mie prossime letture!

Alla prossima!