domenica 24 dicembre 2017

Recensione film: Star Wars gli ultimi Jedi

Recensione film: Star Wars gli ultimi Jedi

Regista: Rian Johnson
Anno: 2017
Casa di produzione: Lucasfilm
Durata: 152 min
Genere: fantascienza, azione, avventura
Soggetto: originale
Interpreti:
  • Mark Hamill: Luke Skywalker
  • Carrie Fisher: Leia Organa
  • Adam Driver: Kylo Ren
  • Daisy Ridley: Rey
  • John Boyega: Finn
Musiche: John Williams

Trama: Rey, tenace capofila di una nuova generazione Jedi, è pronta a unirsi alla resistenza per contrastare le forze del sinistro Primo Ordine. Accanto a lei l'ex assaltatore Finn, il pilota Poe Dameron, l'aliena Maz Kanata e il Generale Leia Organa. Al servizio del lato oscuro, invece, con il volto sfregiato dall'ultimo scontro con Rey, c'è Kylo Ren, che si muove all'ombra della misteriosa figura del Leader supremo Snoke.

Recensione: Scrivere la recensione è davvero difficile oggi. Penso tutti sappiano cosa abbia scatenato questo ottavo capitolo della celebre saga di Star Wars: valanghe di recensioni negative da parte del pubblico contro le super entusiastiche della critica.

Devo essere sincera e dire che ero abbastanza scettica riguardo questa "bizzarra" situazione: parto col dire che a me, personalmente, il film è piaciuto, ha sicuramente le sue pecche però non mi ha profondamente delusa.
Di certo io non ho visto tante cose che, invece, fans molto più accaniti di me, hanno notato e non hanno per nulla apprezzato.
Tuttavia, incuriosita dall'enorme polverone che il film ha sollevato (oltre le critiche questo è un film campione di incassi, e che incassi, qualche dato lo trovate
nelle foto qui sui fianchi), sono andata a spulciare tra le recensioni del pubblico e ciò che ho trovato erano tante ma tante recensioni negative, tutte accumunate da elementi che i fan non hanno potuto ignorare e per i quali io sono d'accordo.
Giusto per farvi un'idea, ma soprattutto leggere dei pareri di qualcuno che se ne intende e che ha recensito degnamente il film, vi lascio il link alle recensioni di MyMovies: QUI.

Iniziamo con calma.
Best Movie
Partiamo col dire che il film è un bel film. Lo è indubbiamente, se non si considerano i precedenti (intendo i primi 6, se proprio vogliamo rispettare gli estimatori mi fermo ai primi 3).
Musiche, effetti speciali, costumi, perfetti. Come al solito. Tra le altre cose c'è stato un "ritorno alle origini" perché hanno pensato bene di reintrodurre gli animatronics, invece di usare le animazioni al computer tanto contestate nei prequel.

Ciò che non va bene è stato il processo che ha ridicolizzato la saga. Tiro un passetto indietro rispetto dalla versione super entusiastica di me appena uscita dalla sala: *potreste considerare spoiler quelli che seguono* Leia che usa la forza? Scena a dir poco ridicola, ho riso quando l'ho vista, potevano risparmiarsela. Luke con la scenetta alla Drago Ball che si toglie la polvere dalla spalla stile Avengers? Riso anche lì. Meglio se non parliamo del """"cattivo"""" Snoke. Mi verrebbe da dire:"e Palpatine che fa?! Ma Dart Fener dov'è?!". Quelli sì che erano dei cattivi, erano sconfitti solo dopo 6 maledettissimi film. SEI. Questo Snoke fa una comparsa, SEMBRA potente, ma NON LO è. Per niente. *fine spoiler*

Queste sono le cose che non mi sono piaciute e per le quali mi trovo pienamente d'accordo. Le cose su cui mi trovo in contrasto col resto dei fan però sono le stesse che lo salvano: Rey e Kylo Ren.
Ho apprezzato molto la caratterizzazione di questi due personaggi, (insieme a Finn, non dimentichiamoci di lui, è il mio preferito in assoluto) non penso che la storia di Rey necessitasse di un qualche "spiegone" o qualche scena particolare: rende molto di più l'idea delle sue origini, non c'è molto da dire dopotutto.
E poi, Rey è proprio colei che dà una svolta, una ragazza dalle origini umilissime che riscopre se stessa in una maniera che mai avrebbe potuto immaginare. Kylo Ren è un personaggio di cui dobbiamo scoprire ancora molto e che, spero, non deluda le aspettative. Altrimenti potrò uscire sdegnata dalla sala anch'io, ve lo posso assicurare.

Sì, probabilmente la Disney ha rovinato una celebre saga che probabilmente sarebbe stato meglio lasciare che i legittimi proprietari se ne occupassero.
La Disney non può pensare di adattare la stessa politica che ha adottato con la Marvel che, per fortuna, si è dimostrata vincente in questo particolare caso, nonostante comunque il quasi totale flop di Thor Ragnarok: non c'è bisogno di rendere ogni cosa una barzelletta per renderla godibile, soprattutto poi un personaggio come Thor.
Anche quel film, piacevolissimo, molto carino ma hanno rovinato il personaggio di Thor.

Ritornando alla saga di Star Wars: vi consiglio di andare a vederlo al cinema, è un buon film con le sue numerose pecche (non proprio trascurabili) e i suoi meravigliosi pregi (di cui bisogna comunque tener conto in una recensione onesta).

VALUTAZIONE:


domenica 17 dicembre 2017

Recensione "Il giovane Holden, J.D. Salinger"

Recensione "Il giovane Holde, J. D. Salinger"

Edizione: Einaudi, 2014
Note sull'autore: J. D. Salinger, all'anagrafe Jerome David Salinger (New York, 1º gennaio 1919  Cornish, 27 gennaio 2010), è stato uno scrittore statunitense.
È divenuto celebre per aver scritto Il giovane Holden (The Catcher in the Rye), romanzo di formazione che ha riscosso un'enorme popolarità fin dalla sua pubblicazione, nel 1951, per poi divenire un classico della letteratura americana.
I temi principali nei lavori di Salinger sono la descrizione dei pensieri e delle azioni di giovani disadattati, la capacità di redenzione che i bambini hanno su questi, e il disgusto per la società borghese e convenzionale. Salinger fu uno degli ispiratori del movimento letterario della Beat Generation, insieme ad altri autori.
Salinger partecipò poco più che ventenne alla seconda guerra mondiale e fu tra i primi soldati americani ad entrare in un lager nazista, esperienza che lo segnerà emotivamente. Nel 1953 lasciò la sua città, New York, andando a vivere a Cornish riducendo progressivamente i contatti umani fino a vivere praticamente da recluso a partire dal 1980, forse a causa della difficoltà ad adattarsi alle luci della ribalta.
Salinger era conosciuto per la sua natura schiva e riservata, e spesso venne descritto come un misantropo; nell'arco di cinquant'anni ha rilasciato pochissime interviste: ad esempio nel 1953 ad una studentessa per la pagina scolastica The Daily Eagle di Cornish, nel 1974 a The New York Times (la sua ultima intervista). Non effettuò apparizioni pubbliche, né pubblicò nulla di nuovo dal 1965 (anno in cui apparve sul New Yorker un ultimo racconto) fino alla morte, benché, secondo molte testimonianze, avesse continuato a scrivere.

Trama: Sono passati cinquant'anni da quando è stato scritto, ma continuiamo a vederlo, Holden Caufield, con quell'aria scocciata, insofferente alle ipocrisie e al conformismo, lui e la sua "infanzia schifa" e le "cose da matti che gli sono capitate sotto Natale", dal giorno in cui lasciò l'Istituto Pencey con una bocciatura in tasca e nessuna voglia di farlo sapere ai suoi. La trama è tutta qui, narrata da quella voce spiccia e senza fronzoli. Ma sono i suoi pensieri, il suo umore rabbioso, ad andare in scena. Perché è arrabbiato Holden? Poiché non lo si sa con precisione, ciascuno vi ha letto la propria rabbia, ha assunto il protagonista a "exemplum vitae", e ciò ne ha decretato l'immenso successo che dura tuttora. È fuor di dubbio, infatti, che Salinger abbia sconvolto il corso della letteratura contemporanea influenzando l'immaginario collettivo e stilistico del Novecento, diventando un autore imprescindibile per la comprensione del nostro tempo. Holden come lo conosciamo noi non potrebbe scrollarsi di dosso i suoi "e tutto quanto", "e compagnia bella", "e quel che segue" per tradurre sempre e soltanto l'espressione "and all". Né chi lo ha letto potrebbe pensarlo denudato del suo slang fatto di "una cosa da lasciarti secco" o "la vecchia Phoebe". Uno dei libri del Novecento che tanto ha ancora da dire negli anni Duemila.

Recensione: Il giovane Holden non è sicuramente il libro che mi aspettavo, ma non mi ha assolutamente delusa. Leggendo un "classico americano" è normale non avere alte aspettative sullo stile perché una linea comune che hanno quasi tutti gli scrittori americani è la brevità, la concisione e l'incredibile attitudine a narrare in maniera coinvolgente.

Quindi parto parlando dello stile di questo libro che, nonostante non abbia deluso le mie solite "aspettative sugli autori americani", ho trovato troppo distante dalla narrazione classica: non mi è per niente piaciuto, ma è un gusto personale. L'uso del gergo parlato in un libro è una cosa che mi fa storcere abbondantemente il naso, però... C'è un però.
Nonostante ci siano espressioni come:"stramaledetto", "eccetera eccetera", "santiddio", "né niente", "una volta" (davvero troppissime volte) ho apprezzato la scelta dell'autore.

Questo libro è la mente del protagonista riportata su carta, durante la narrazione abbiamo delle piccole anticipazioni di ciò che verrà detto più esplicitamente nel finale, ma possiamo tranquillamente capire che il protagonista, Holden Cautfield, è affetto da una malattia: scopriremo che ha subito diversi traumi e ci sembrerà quasi normale che si comporti in una certa maniera e che pensi determinate cose.

Percepiamo il profondo disgusto dell'autore verso la figura del borghese medio, verso quelle persone che si dimostrano troppo poco sensibili verso gli altri o che ostentano ipocrisia: questa è la parola chiave, quella che caratterizza quasi tutte le persone che incontra Holden sulla sua strada.
A momenti ci resto secco. Poi lui e la vecchia Sally si sono messi a parlare di un sacco di conoscenze in comune. Uno dei dialoghi più ipocriti che abbiate mai sentito. Tutti e due che si sforzavano di farsi venire in mente il più in fretta possibile dei nomi di posti, poi qualcuno che ci vivesse, dopodiché giù a snocciolare il nome. Quand'è arrivato il momento di tornare a sedersi, ero a tanto così dal vomitare.
Questo è sicuramente uno dei temi che ho apprezzato di più dell'intero libro. Già in passato, mi era piaciuto molto Città di carta di John Green (qui la mia recensione) non tanto per la storia o i personaggi, quanto per il messaggio che lanciava (ma che non ha mai approfondito a pieno): ogni cosa è caduca, le persone danno troppa importanza a cose materiali o al lavoro per vivere sempre la stessa vita senza aspirare a qualcosa di più profondo, ci si accontenta di vivere in una piccola e squallida realtà di paese di provincia o di una grande città perché va bene così, perché tutti fanno così e pur di essere accettati dagli altri si accetta questo compromesso.

Holden, nonostante il suo rammarico e la sua tristezza profonda, è un personaggio che si rifiuta di vivere in questo cliché, vuole andare via da quella realtà meschina che lo vuole schiavo di un ingranaggio che lui non riesce a capire.
Holden preferirebbe che tutti fossero come sua sorella, la piccola "vecchia Phoebe" che è intelligente e diretta, l'unica che sembra far breccia nel cuore del protagonista: in effetti, chi può mai aver incontrato un bambino capace di essere ipocrita? 
Avrei messo la regola che nessuno poteva fare cose da ipocrita, quando veniva a trovarmi. Se solo uno provava a fare una cosa da ipocrita, doveva andarsene.
In sostanza, è un libro che a lettura finita mi ha lasciata molto perplessa, ma qualche giorno di riflessione mi hanno fatto apprezzare questo classico senza tempo, che ha sicuramente molto da insegnarci in questa che più di qualunque altra potrebbe essere l'era dell'ipocrisia.

 VALUTAZIONE:


lunedì 11 dicembre 2017

#TrishTalk: Novembre 2017

#TrishTalk: Novembre 2017

Dopo molte lune, finalmente eccoci con la solita rubrica mensile che, questa volta, esce un po' in ritardo: ho procrastinato e procrastinato, ho persino smesso di pubblicare post sul mio amato profilo Instagram, insomma, due lunghe settimane all'insegna della pigrizia!
Ma da oggi si ricomincia, e quale migliore inizio se non con una leggera e sfiziosa rubrica?

Trish talks about... Books: Eleanor and Park


Stavo cercando un libro leggero e che tenesse al caldo i vostri poveri cuori provati dal freddo invernale, e, ovviamente, l'ho scovato nella mia libreria senza nemmeno troppa fatica: Eleanor and Park di Rainbow Rowell è uno young adult che nonostante si serva di alcuni espedienti narrativi già visti, cattura l'anima del lettore con una storia d'amore che ci sembra vera perché l'autrice riesce a rendere le emozioni e i sentimenti tali.
Non capita tutti i giorni di "incontrare" sulla nostra strada degli young adult che non abbiano personaggi piatti e rinsecchiti come una foglia, sudici e poco profondi oltre che mancanti di uno stile di scrittura decente e di un minimo messaggio positivo.
Leggetelo, non ve ne pentirete, a meno che non sia il vostro genere! 


Trish talks about... TV Series: How I met your mother


Credo che lo conosciate tutti. Anche solo per sentito dire.
Devo rivelarvi che l'ho scelto per una semplice ragione: questo mese ho dato vita ad un rewatch che poco ha lasciato della mia dignità... Avevo scordato quanto fosse bello questo telefilm ed è incredibile riconoscere quante cose avevo dato per scontate e quanti eastereggs non avevo notato.
è la serie TV per eccellenza, fa ridere ma fa anche piangere, con l'ironia, il sarcasmo o con anche la demenzialità spinge a riflettere su tantissimi argomenti.
La pecca? Il finale. Non ci credete finché non lo vedete. 
Vi consiglio la video-recensione di Yotobi: centra tanti punti fondamentali in pochi minuti e lo fa sicuramente meglio di me!


Trish talks about... Films: Midnight in Paris


Per riuscire nell'intento di proporvi opere che vi lascino in uno stato di piacevole serenità, vi propongo, infine, Midnight in Paris del celeberrimo Woody Allen: prima di vedere questo film non mi piaceva molto Parigi e non capivo perché così tante persone morissero dalla voglia di visitarla. A dirla tutta quando ero più piccola ho visitato Parigi e non mi era piaciuta affatto: ho visto questo film e adesso anch'io muoio dalla voglia di tornarci.
Mi ha fatto vedere Parigi sotto una luce diversa, attraverso l'arte e tutti gli artisti che adoro: è stato semplice rispecchiarsi nel protagonista che ricopre il ruolo del sognatore, un po' tutti noi lettori lo siamo, chi più chi meno. 
Sarebbe bello tuffarsi nella nostra città preferita che vive l'epoca che più preferiamo. 

E voi in che epoca e che città andreste?

Io personalmente sceglierei gli anni '20 come il protagonista, sarei indecisa tra Parigi e New York però.
Sognatori o meno, lettori o semplici spettatori, è impossibile non rimanere incantati da questo capolavoro della cinematografia.

lunedì 27 novembre 2017

#BookTag: Segni zodiacali

#BookTag: Segni zodiacali

Oggi sarebbe dovuta uscire la rubrica dedicata ai classici, ma non sono riuscita a trovare un classico con validi ed interessanti argomenti di approfondimento.
Per questo mi rifugio in qualcosa di un po' più frivolo, anzi, doppiamente frivolo perché questo è un BookTag che riguarda i segni zodiacali!


1. Ariete: un romanzo avventuroso con coraggiosi protagonisti.


Per questo punto ho scelto Raven Boys di Maggie Stiefvater: questo libro lo presi perché Marco (del canale Galassia cartacea su YouTube) lo consigliò in uno dei suoi video (fun fact: è lui stesso il traduttore di questo libro): i protagonisti, in particolare modo Gansei, l'anima del gruppo, sono molto coraggiosi, pronti a qualsiasi avventura. Non temono niente e nessuno, sono dei personaggi che nell'avventura ci sguazzano!

2. Toro: un romanzo con un protagonista maschile affascinante 


Bene. Di questo libro ho fatto una recensione e, nel caso in cui l'abbiate letta, sapete che questo libro non mi ha entusiasmata, anzi, l'ho trovato controverso e sicuramente non uno dei migliori libri del panorama YA: molti definiscono l'autore uno dei migliori, però questo primo approccio è andato abbastanza male!
Riprendendo il tag, il protagonista maschile in questione è Will del libro Questo è tutto di Aidan Chambers: è un personaggio ricco di attrattiva, soprattutto perché a parlarne è la protagonista innamoratissima di quest'ultimo. Comunque sia, lo apprezzo molto come personaggio: è riflessivo, giusto, a volte un po' poco perspicace, però molto intelligente e sensibile.


3. Gemelli: un romanzo che ti ha incuriosita per la sua particolarità


Forse con questo barerò, perché non è propriamente un romanzo, però è pur sempre un libro!
Sto parlando di Cosa accadrebbe se? di Randall Munroe, ex costruttore di robot per la NASA, che con la sua vena artistica e le sue conoscenze, ha creato un libro molto interessante e particolare: ha preso in considerazione alcune domande assurde che li hanno posto alcuni utenti in rete e ha risposto a tali quesiti con domande scientificamente corrette! Ovviamente il risultato è in alcuni casi esilarante, in altrettanti molto istruttivo.

4. Cancro: un libro con una protagonista talmente testarda da risultare antipatica 


Come non citarvi Amy di Across the Universe dell'autrice Beth Revis: ho scritto una recensione su questo libro, che però non ho pubblicato qui sul blog, bensì su un forum, per questo motivo non posso linkarvela! 
Amy è una delle protagoniste più testarde di cui abbia mai letto la storia, per farle cambiare idea ci metteresti al massimo due secondi di giuste argomentazioni, ma lei non ti ascolterebbe e solo dopo averci riflettuto per giorni si renderebbe conto di aver esagerato. 
Vi metto la copertina vecchia perché la nuova è OSCENA.

5. Leone: un libro che a tutti piace ma che a te assolutamente non è piaciuto



Vi indico a mani basse Regina rossa di Victoria Aveyard. Io l'ho trovato noioso e incoerente, oltre al fatto che alcuni commenti della protagonista sono davvero fuori luogo, è insensibile (nonostante la scrittrice cerchi in tutti i modi di far sembrare il contrario) e poi è la prima ad essere "razzista". 
Non mi dilungo più di tanto, QUI trovate la mia recensione, dove approfondisco bene la questione.

6. Vergine: la tua protagonista preferita 


Ecco, se c'è una cosa che accomuna tutti i libri che ho letto fin ora è il mio odio profondo verso le protagoniste. Ho mille motivi, ma penso che quello base sia il fatto che sono poco caratterizzate e petulanti. Riesco ad entrare in simpatia quasi mai con i personaggi femminili, in particolare le protagoniste: tuttavia, c'è sempre un'eccezione che in questo caso è un libro che ho letto alle medie ma che, ricordo, mi piacque da morire.
Il libro in questione è La voce della giraffa bianca di Lauren St. John: innanzitutto è ambientato in Africa (quindi punto in più a prescindere) e poi la protagonista è altruista e curiosa, non è petulante ed è una ragazzina normale, che lotta per salvare qualcosa a lei caro. Ve lo consiglio, nonostante non sia esattamente una lettura nella fascia d'età solita!

7. Bilancia: un libro con una copertina bellissima


Non c'è molto da dire. Ammirate la copertina di Annientamento di Jeff Vandermeer. Con la copertina superiore trasparente. Soltanto, ammirate.

8. Scorpione: un libro che leggendolo ti ha fatto sentire più forte

Qui sinceramente non ho trovato alcun libro che mi faccia sentire così. 

9. Sagittario: un romanzo che parla di una storia vera


Non ho mai letto biografie o autobiografie, gli unici due sono Se questo è un uomo e Il diario di Anne Frank: non sono libri che hanno bisogno di una presentazione, sono bestseller in tutto il mondo e credo siano due di quei libri che tutti dovrebbero aver letto almeno una volta nella vita.
è una parte della storia che non si può cancellare e avere delle testimonianze così vere e profonde di quanto ha dovuto soffrire il popolo ebraico (e non solo loro, come purtroppo sappiamo) durante gli anni '30 e '40, ci rende consapevoli di quanto il male, la crudeltà non conoscono limiti.

10. Capricorno: vai subito al sodo e descriviti con il titolo di un libro

Anche qui, non so davvero cosa rispondere!!

11. Acquario: consiglia un romanzo ambientato nel futuro


Un libro ambientato nel futuro che mi ha molto sorpresa è La quinta onda: avevo aspettative bassissime per quanto riguarda questo libro, infatti presi l'ebook e molto riluttante lo iniziai. Inutile dirvi che è stato una rivelazione: Rick Yancey ha uno stile conciso ma molto incalzante, la storia è originale, molto interessante e avvincente e i personaggi mi sono piaciuti.
Pur non essendo un capolavoro, risulta ben riuscito, un ottimo libro d'intrattenimento per ragazzi!

12. Pesci: un libro che ti ha fatto sognare a occhi aperti



Per concludere, rispondo a questo punto con una lettura recente che è entrata a far parte dei miei libri preferiti: L'inventore di sogni di McEwan è un libro che, non smetterò mai di dirlo, lo so, sembrerò ripetitiva, trasporta il lettore in un sogno che quasi sembra reale.
Con gli occhi di un bambino tutto diventa più magico e l'autore ha sfruttato questo "modo di dire" in maniera impeccabile!

Al prossimo aggiornamento!

sabato 18 novembre 2017

TBR #3

TBR #3

un'altra pila di libri: siccome sono veramente tanti, continuo sulla scia dell'ultima TBR facendovi vedere solo 3 libri: penso renda anche più leggero il post!



Partendo da sotto:

  • Il giovane Holden, J. D. Salinger: devo iniziarlo a breve, per ora sto finendo il sesto della saga di Harry Potter, ma è lì, sul comodino, che aspetta soltanto di essere letto. Sono estremamente fiduciosa
TRAMA: "Non ho nessuna voglia di mettermi a raccontare tutta la mia dannata autobiografia e compagnia bella. Vi racconterò soltanto le cose da matti che mi sono capitate verso Natale, prima di ridurmi così a terra da dovermene venire qui a grattarmi la pancia. Niente di più di quel che ho raccontato a D.B., con tutto che lui è mio fartello e quel che segue. Sta a Hollywood, lui. Non è poi tanto lontano da questo lurido buco, e viene qui a trovarmi praticamente ogni fine settimana. Mi accompagnerà a casa in macchina quando ci andrò il mese prossimo, chi sa. Ha appena preso una Jaguar. Uno di quei gingilli inglesi che arrivano sui trecento all'ora. Gli è costata uno scherzetto come quattromila sacchi o giù di lì. E' pieno di soldi, adesso. Mica come prima. Era soltanto uno scrittore in piena regola, quando stava a casa".

  • La ragazza delle arance, Jostein Gaarder: trovai questo libro per caso un paio di anni fa, lo desiderai tantissimo, MA... era INTROVABILE! Fino a quando, cercando alcuni libri con i quali usare gli ultimi spiccioli di 18 app, l'ho trovato usato su libraccio. C'è una grande macchia di caffè verso la fine, ma chissene! Non vedo l'ora di leggerlo!
TRAMA: Georg Røed ha quindici anni e conduce una vita tranquilla. Un giorno trova una lettera che suo padre Jan gli aveva scritto prima di morire - quando Georg era ancora molto piccolo - e che aveva poi nascosto nella fodera del passeggino, affinché il figlio la potesse trovare una volta grande. In questa lettera il padre racconta la storia della "Ragazza delle arance", da lui incontrata un giorno per caso su un tram di Oslo. Una storia misteriosa, fatta di molti sguardi e pochissime parole alla quale Georg si appassiona immediatamente e che sembra riguardarlo sempre più da vicino. Un film quasi muto che Jostein Gaarder, a poco a poco, fa parlare con una musica lieve, quasi una fantasia tra memoria e presente, in cui le voci del padre e del figlio finiscono con l'intrecciarsi a creare un'unica riflessione sul valore dell'esistenza umana e sulla sua bellezza.

  • Night Circus, Erin Morgenstern: anche questo libro lo desideravo da tanto, ma in italiano che, come penso alcuni di voi sapranno, era, fino a poco tempo fa, INTROVABILE! Ovviamente quando la Rizzoli avrebbe deciso di ristampare l'edizione italiana di questo libro? Un mese dopo che io l'avessi comprato, e quando se no? Non potete capire quanto mi sono sentita fregata... Mi allenerò con l'inglese, mi consolo con questo!
TRAMA: Appare così, senza preavviso. La notizia si diffonde in un lampo, e una folla impaziente già si assiepa davanti ai cancelli, sotto l'insegna in bianco e nero che dice: "Le Cirque des Rèves. Apre al crepuscolo, chiude all'aurora". È il circo dei sogni, il luogo dove realtà e illusione si fondono e l'umana fantasia dispiega l'infinito ventaglio delle sue possibilità. Un esercito di appassionati lo insegue dovunque per ammirare le sue straordinarie attrazioni: acrobati volanti, contorsioniste, l'albero dei desideri, il giardino di ghiaccio,.. Ma dietro le quinte di questo spettacolo senza precedenti, due misteriosi rivali ingaggiano la loro partita finale, una magica sfida tra due giovani allievi scelti e addestrati all'unico scopo di dimostrare una volta per tutte l'inferiorità dell'avversario. Contro ogni attesa e contro ogni regola, i due giovani si scoprono attratti l'uno dall'altra: l'amore di Marco e Celia è una corrente elettrica che minaccia di travolgere persino il destino, e di distruggere il delicato equilibrio di forze a cui il circo deve la sua stessa esistenza.

Alla prossima!

lunedì 13 novembre 2017

Recensione "Coraline, Neil Gaiman"

Recensione "Coraline, Neil Gaiman"

Edizione: Mondadori, 2004
Note sull'autore: Neil Gaiman, nato in Inghilterra, vive negli Stati Uniti. Scrittore, fumettista, giornalista e
sceneggiatore televisivo e radiofonico è legato al mondo del rock.È autore di graphic novel come quelli della serie The Sandman.
Tra i romanzi pubblicati si ricorda American Gods, Stardust, Il figlio del cimitero e la raccolta di racconti Trigger Warning.
La sua opere più celebre è Coraline (edita in Italia da Mondadori nel 2003) da cui il film
d'animazione del 2009 diretto da Henry Selick (il regista di Nightmare Before Christmas) e realizzato in stop-motion.
Ha ricevuto numerosi premi letterari, tra i quali ricordiamo: Premio Bram Stoker al romanzo 2001 con American Gods, Premio Hugo per il miglior romanzo 2002 con American Gods, Premio Nebula e Premio Hugo per il miglior romanzo breve 2003 con Coraline, Premio Hugo per il miglior racconto breve 2004 con Uno studio in smeraldo, Premio Hugo per il miglior romanzo 2009 con The Graveyard Book, Carnegie Medal 2010 con The Graveyard Book.

Trama: In casa di Coraline ci sono tredici porte che permettono di entrare e uscire da stanze e corridoi. Ma ce n'è anche un'altra, la quattordicesima, che dà su un muro di mattoni. Cosa ci sarà oltre quella porta? Un giorno Coraline scopre che al di là della porta si apre un corridoio scuro, e alla fine del corridoio c'è una casa identica alla sua, con una donna identica a sua madre. O quasi.

Recensione: questa recensione sarebbe dovuta uscire per il giorno di Halloween, purtroppo però, gli impegni universitari mi hanno scombussolato i piani. L'opera di Gaiman è ormai conosciuta in tutto il mondo, rinomata per l'omonima opera cinematografica, che io trovo riuscitissima.
Infatti, mentre leggevo questo libro per bambini pensavo costantemente al cartone animato realizzato in Stopmotion e, soprattutto, a come mi piacesse di più rispetto al libro che stavo leggendo. è la prima volta che mi capita di pensare che un film ispirato ad un libro sia più bello del libro stesso.

Il film risulta più simpatico, con atmosfere sì cupe, ma molto colorate e belle da guardare. Su questo punto vorrei infatti soffermarmi maggiormente: il libro vince per le atmosfere, sono cupe e incutono paura, l'autore aveva in mente un prodotto che spaventasse con l'ambiguità dei dialoghi e dei personaggi, e in effetti ci è riuscito. La seconda metà del romanzo mi è piaciuta infinitamente di più rispetto alla prima che mi sembrava troppo affrettata: colpa forse di ciò che è in sè per sè il libro? Credo proprio di sì. Mentre il cartone, che parla tramite immagini, riesce a dare più informazioni in pochi frame, il libro pecca su questo: i personaggi mi sono sembrati molto più caratterizzati ed approfonditi nel cartone, il libro non riesce ad andare molto oltre.

Tuttavia, come ho già detto, la seconda metà del libro prende una profonda boccata d'aria e fa emergere il suo lato migliore: il personaggio dell'Altra Madre è leggermente più approfondito e l'incontro con l'Altro Padre è forse anche migliore del film. Un'altra pecca riguardo i personaggi è l'assenza di Wybie: era uno dei miei personaggi preferiti nel film (insieme al Gatto), lo trovavo molto interessante anche per il coinvolgimento della storia della sorella di sua nonna che era, lo si dice sin dall'inizio, scomparsa misteriosamente da piccola.

Insomma, tra alti e bassi il libro è ben scritto, ben costruito e soprattutto riuscito come romanzo dark: spesso alcuni romanzi finiscono nella categoria dark o thriller pur non facendo molta paura, invece questo, nonostante sia un romanzo per bambini riesce a far immergere il lettore in un'atmosfera inquietante. Consiglio la lettura a tutti gli amanti della letteratura per bambini, che ne apprezzano lo stile semplice ma pur sempre curato nei dettagli, essenziali per il genere di questa storia.

VALUTAZIONE:



Alla prossima!

martedì 7 novembre 2017

#TrishTalk: Ottobre 2017

#TrishTalk: Ottobre 2017

Dopo più di una settimana di ritardo e, soprattutto, di silenzio (a causa del famigerato esame di ANALISI 1) rieccomi con la mia, amata, rubrica mensile!
Mi piace tantissimo perché non è molto impegnativa e riesco a parlarvi di più cose che vorrei consigliarvi perché mi sono piaciute recentemente o nel passato.
Iniziamo:

Trisk talks about... Books: L'inventore di sogni



Non avevo mai letto nulla di McEwan e questo libro è stato un ottimo inizio! La dimensione immaginifica in cui ti fa immergere il narratore sin dall'inizio della vicenda è, a dir poco, eccezionale; penso che questo è un libro che va letto tutto d'un fiato: non solo per la lunghezza modesta, ma anche per assaporare le avventure di un bambino sognatore, che trova nell'ordinario degli spunti per immaginare gli scenari più assurdi e fantastici.
è una raccolta di racconti (sembra che non legga altro in questo periodo!), per questo la vicenda non è un fluire continuo, ma un insieme di alcuni spaccati del protagonista e delle sue avventure: il racconto finale conclude elegantemente, e con saggezza (oltre che a rigor di logica), la raccolta, creando uno spaccato tra la fase infantile e quella adulta, e, senza troppe pretese, senza elevarsi ad alte considerazioni, parla del mondo degli adulti dalla visione innocente di un bambino che ancora non capisce bene i suoi meccanismi.

Trisk talks about... TV Series: Scream Queens (1 ª stagione)


Oramai questa serie è uscita più di un anno fa, ho visto solo la prima stagione che ho trovato decisamente esilarante e molto Trash: quest'ultimo aggettivo è sicuramente quello caratterizzante della serie TV, mira proprio ad essere Trash, dialoghi, storia, azioni, insomma, tutto è pensato attentamente per essere assurdo e contro ogni logica.
L'obiettivo è prendere di mira e ridicolizzare tutte quelle serie che vogliono elevarsi a grandi serie cult, ma che falliscono miseramente diventando serie spazzatura però tanto apprezzate dal pubblico: una parodia.
La spazzatura della spazzatura. Correte a vedere la prima stagione, non vi deluderà!

Trisk talks about... Films: Thor Ragnarok



Ho visto questo film il giorno di Halloween con bassissime aspettative, avevo intenzione di snobbare questo film, principalmente perché non ho ancora visto il secondo film su Thor e ho finito i soldini di 18 app per pagarmi il biglietto del cinema: alla fine il biglietto mi è stato gentilmente offerto e non smetterò di ringraziare il mio benefattore.
è stata una rivelazione, ormai la Marvel mi delude praticamente MAI, e in particolare questo film su Thor, che è sempre stato un personaggio, sì particolare, ma comunque abbastanza poco sfruttato a pieno, secondo me, è stato ben condotto e scritto oltre che divertente: l'unica pecca è stato il nuovo taglio di Thor. 

Alla prossima!

lunedì 30 ottobre 2017

Blogger Recognition Award

Blogger Recognition Award


  1. Ringraziare il blogger che ti ha nominato e inserire il link al suo Blog;
  2. Scrivere un post per mostrare il proprio riconoscimento;
  3. Raccontare la nascita del proprio Blog;
  4. Dare consigli ai nuovi blogger;
  5. Nominare altri 15 blogger ai quali vuoi passare il segno di riconoscimento;
  6. Commentare sul Blog di chi ti ha nominato e fornirgli il link al tuo articolo (anche sulla pagina Fb).
Oggi un post diverso, un po' come il Liebster, solo che questo è spuntato dal nulla, lessi da qualche parte che è nata come iniziativa benefica, ma davvero, non ricordo e non so dirvi altro!
Iniziamo.
  1. ringrazio di cuore TBS • The Book Seeker e Usquequaque per la nomina: non pensavo proprio di partecipare anch'io a questa iniziativa!
  2. eccomi qui!
  3. Ebbene. Il mio blog nasce nell'(ormai lontano) 2014: la mia più grande passione sono stati i libri e mi piaceva l'idea di creare un posticino tutto mio sul web dove avrei potuto parlare liberamente dei libri e di ciò che ne pensavo.
    Purtroppo non sapevo ancora come funzionasse il mondo dei blog e dei bookblogger per cui ben presto ho perso interesse perché non avevo alcun riscontro, in più il 2015, in particolare, è stato un anno burrascoso per me, non sapevo bene cosa volessi, cosa fare e come essere per piacermi, e non da un punto di vista estetico, ma interiore.
  4. Che dire. Non arrendetevi, anche se il vostro è un blog davvero piccolo e vi sentite scoraggiati guardando blog che, invece, hanno tanti tanti lettori e post commentatissimi, oltre che collaborazioni con le case editrici più disparate.
    Ovviamente, però, pensate a cosa comporterà essere dei blogger: dovete scrivere post che siano sensati non solo a livello di grammatica, che comunichino realmente qualcosa, e non elucubrazioni inutili che poco possono aggiungere al panorama dei blog.

    In altre parole, se lo fate per avere popolarità o fama, se non siete motivati non ne vale la pena perché il cammino che vi aspetta è ripido e dovrete darvi da fare se vorrete proporre un contenuto di qualità!
  5. mangialibri_
    La spacciatrice di libri
    La tartaruga si muove
    L'apprendista libraia
    Sogni d'inchiostro
    Appunti di una giovane reader
    Destino di Carta
    Io resto qui a leggere
    Dear book...
    Amiche per i libri
    Rosalba's nature
    Me and Books
    The secret life of a book
    A fangirls blog
    Anita and her books
  6. vado! alla prossima!

martedì 24 ottobre 2017

Classica Chiacchierata #1, Cime Tempestose

Classica Chiacchierata #1

Cime tempestose

Ciao a tutti readers! Con oggi inizia una nuova rubrica che ho deciso d'intitolare:"Classica Chiacchierata" e che incentrerò su un classico e che avrà una cadenza mensile!
Non ho ritenuto opportuno fare delle normali recensioni sui classici, ma volevo impostare una semplice, per l'appunto, "chiacchierata" dove espongo in poche e semplici parole il mio pensiero,
facendo qualche parallelismo tra passato e presente, temi del libro che si ripetono nella letteratura contemporanea e, quindi, le ripercussioni che oggi possiamo osservare.



Oggi vi porto Cime Tempestose, il romanzo di Emily Bronte: iniziai a leggerlo più di un anno fa nell'edizione della Newton Compton, la Minimammut, ma ricordo di averlo abbandonato proprio quando Ellen, la nostra impavida e dolce governante, una solida costante in questo romanzo (e che io azzarderei ad identificare come l'autrice stessa), inizia il suo racconto, la tempestosa storia che lega Heathcliff e Catherine Earnshaw.

I tratti del mondo e dei personaggi che Bronte porta alla luce in questo romanzo, sono grezzi e bruti: ciò che possiamo osservare è la brutalità più assoluta, soprattutto del protagonista, Heathcliff, che è una vera e propria "anima nera", assetata dal desiderio di vendetta e che compirebbe le azioni più sconsiderate e maligne pur di, letteralmente, rovinare la vita delle persone che, in qualsiasi modo, volenti o nolenti, gli hanno reso più difficile l'esistenza.

Del libro ho preso l'edizione per ragazzi, edita da Mondadori questa volta, per rendere la lettura, già ardua, più piacevole e scorrevole: sono molto felice di dire che in effetti questo stratagemma mi è stato utile e se non fosse stato per la traduzione più scorrevole, ma che a quanto ho notato è fedele alla trasposizione originale, probabilmente non sarei riuscita a terminarlo.
Non solo, però, per la traduzione astrusa della Newton Compton, ma soprattutto, come poi ho visto in queste ultime settimane, per i personaggi: li ho odiati tutti, dal primo all'ultimo.
Eccezion fatta per la fedele ed intelligente Ellen (aka Nelly).

Chi per un motivo, chi per un altro, sono tutti detestabili: alcuni stupidi, altri noiosi, viziati, iracondi, violenti, ingiusti, CATTIVI (e quest'ultimo aggettivo lo sottolineerei più e più volte). Avrei voluto tanto scaraventare il libro contro il muro più di una volta, ma mi sono trattenuta solo perché sapevo quali fossero le reali intenzioni della Bronte: farci comprendere la differenza tra un amore sano e uno corrisposto solo per metà, la differenza tra una persona buona con coscienza e un'altra priva di qualsiasi morale.

Mentre lo leggevo non potevo fare a meno di pensare al libro contemporaneo che ho avuto la (s)fortuna d'incontrare e recensire due anni fa (quanto tempo! mi sembra ieri per come mi aveva colpita la sua bruttezza!): After di Anna Todd (la mia recensione QUI).
Isabella come anche sua nipote, Cathy fanno scelte sbagliate di cui si pentiranno presto: due ragazzine che credono di sapere cos'è l'amore, ma che lo hanno scambiato per una semplice infatuazione.


è questa la profondità del romanzo che ho adorato, ora come ora è importantissimo far arrivare alle ragazze questo messaggio, immaginiamo nel passato quanto quest'opera possa essere stata d'ispirazione! Infatti i personaggi femminili sono parecchio intraprendenti, e caparbi: Ellen è stato il mio personaggio preferito fra tutti perché è sicuramente la più intelligente, se i suoi padroni avessero seguito i suoi consigli... Quante arrabbiature mi sarei risparmiata! 

Lascio ancora qualche stralcio, dispiaciuta del fatto che Anna Todd abbia ammesso di essersi ispirata a queste pagine. Credo che se l'avesse VERAMENTE letto questo libro, probabilmente non avrebbe partorito l'abominio di Hardin, che, effettivamente, assomiglia ad Heathcliff negli atteggiamenti scorbutici e violenti, MA non siamo più nell'ottocento ERGO Tessa avrebbe dovuto saper distinguere uno scimmione da una persona dotata di cervello funzionante, dati i tanti anni di evoluzione.
E invece, come sappiamo bene, non è accaduto. *shame on Tessa*

prima parte

seconda parte



Ho notato, su goodreads, una volta finito il libro, che non solo io ho avuto un esaurimento nervoso dovuto ad alcuni personaggi incapaci o vittime della cattiveria di Heathcliff, ma sono ancora più colpita che nonostante l'odio profondo nutrito un po' verso tutti i protagonisti della vicenda, si è ammesso generalmente che questo libro è un ottimo libro, che offre una prospettiva diretta e profondamente negativa verso atteggiamenti violenti e irresponsabili, oltre che altri poco critici alla circostanza.

Spero che questa rubrica abbia potuto interessarvi, alla prossima con un altro titolo!

mercoledì 18 ottobre 2017

Recensione film "Loving Vincent, Dorota Kobiela, Hugh Welchman"

Recensione film "Loving Vincent, Dorota Kobiela, Hugh Welchman"
Formato: Colore
Anno: 2017
Regista: Dorota Kobiela, Hugh Welchman
Casa di produzione: BreakThru Productions, Trademark Films
Durata: 94 minuti
Genere: animazione, biografico, giallo, drammatico
Soggetto: biografia dell'artista olandese Vincent van Gogh
Interpreti:
  • Robert Gulaczkyk: Vincent van Gogh
  • Douglas Booth: Armand Roulin
  • Eleanor Tomlinson: Adeline Ravoux
  • Jerome Flynn: Paul Gauchet
  • Saoirse Ronan: Marguerite Gauchet
Musiche: Clint Mansell

Trama: Nella Francia del 1891, il giovane Armand Roulin riceve dal padre postino l'incarico di recapitare una lettera a Theo van Gogh, fratello del pittore olandese che da poco si è tolto la vita. Armand si reca a Parigi, dove però non riesce a rintracciare Theo; intraprende dunque una ricerca che lo porta ad incontrare persone e luoghi fondamentali nella vita di Vincent van Gogh, scoprendone poco a poco la vita tormentata e la straordinaria opera che ha saputo produrre.


Recensione: sono sempre stata affascinata dalla figura di Vincent van Gogh e non appena la mia migliore amica ha proposto di andare al cinema per vedere questo film, ho accettato subito, vedendolo a scatola chiusa. A scatola chiusa perché non mi sarei mai aspettata questo format: m'immaginavo attori intenti ad interpretare le parti dei personaggi principali, davanti ad una cinepresa.
Effettivamente è stato così, se non fosse che tutti i fotogrammi sono stati trasformati in autentiche opere d'arte: il primo film ad essere letteralmente dipinto su tela. 
Si tratta del primo film interamente dipinto su tela, rielaborando oltre mille dipinti per un totale di più di 65 000 fotogrammi realizzati da 125 artisti provenienti da varie parti del mondo. Alcuni quadri sono stati riadattati modificandone il rapporto, aggiungendo parti, scambiando il giorno con la notte, il tempo meteorologico e le stagioni. La tecnica rotoscope è stata utilizzata per la maggior parte del film, girando 6 minuti di materiale di riferimento in 12 giorni. Il budget del film è stato di $ 5,5 milioni, finanziato in parte con una campagna su Kickstarter. 
 -Wikipedia 
Questo film è un olio su tela che rispecchia perfettamente l'idea di dipinto che aveva il defunto Van Gogh: le figure non sono macchie di colore che si sfumano tra di loro formando una ben distinta figura, no, sono striscione di colore piccolissime, ognuna di un colore diverso (e che colore!) che vanno a creare un contrasto fortissimo tra loro, che immerge chi guarda in una dimensione magica e vibrante.

Dopotutto considererei lo stile del pittore olandese come lo "specchio" della sua anima: disgregata, tormentata e oscillante tra momenti di gioia e altri di cupa depressione. 
è proprio intorno a questo concetto che tutto il film gira quando ripercorre il suo l'ultimo periodo di vita: il protagonista, Armand Roulin, figlio di un amico di Vincent, intraprende un viaggio alla ricerca del fratello del pittore per consegnarli la sua ultima lettera. 
Purtroppo Theo van Gogh è morto per il dolore della perdita, così si trova costretto a dirigersi sino a 
Auvers-sur-Oise, un piccolo villaggio che invoglia la sua vena artistica: ed è proprio qui che dipingerà i suoi quadri più famosi.

Il racconto drammatico scivola lentamente in un misterioso giallo che si risolve con la testimonianza del fidato dottore del pittore: Paul Gauchet si assume la colpa di averlo invogliato al suicidio, ma quanto le sue parole hanno potuto pesare su di un uomo già depresso e, da tempo, instabile?
Non molto, direi io, visto che la depressione è una malattia che "ristagna" nell'animo di chi la ospita e un minimo di vento gelido può risvegliarla, portando a pensare che non ci sia più una via d'uscita.

Steven Naifeh e Gregory White Smith sono coloro che hanno avanzato l'ipotesi, nel loro libro:"Van Gogh: The Life"che la morte di Van Gogh non sia stato un suicidio, bensì che sia stato ucciso in circostanze che neanche loro hanno saputo certificare con esattezza: resta il fatto che l'analisi del film è ben strutturata e non lascia spazio a inutili pettegolezzi o notizie errate.

A rendere tutto ancora più suggestivo ci sono state le musiche che hanno ripreso, a mio parere, perfettamente le emozioni che permeano dallo schermo, mi è sembrato in prima persona di sentire l'angoscia e la tristezza dei fatti. 

Unica pecca: il costo del biglietto. Anche se, dalla grande quantità di gente in sala, direi non ha scoraggiato gli amanti dell'arte o anche, i semplici curiosi o amanti di cinema!




Alla prossima!

mercoledì 11 ottobre 2017

TBR #2

TBR #2

Pensavo ad un post veloce e simpatico da proporvi, e come non assecondare le mie pulsioni consumistiche facendovi vedere i miei acquisti libreschi ancora per nulla portati a termine con la lettura?
Che sto dicendo, magari non ancora finiti, ancora nemmeno iniziati!!
Oggi vi propongo solo 3 titoli, ma, fidatevi, sono veramente tanti quelli che ci sono all'orizzonte!


Parto da sotto:

  • New York Stories, a cura di Paolo Cognetti: questo libro è nella mia TBR da più di un anno, sicuramente, non capisco ancora che aspetto per leggerlo. è una raccolta di racconti che si prospetta favolosa, sto cominciando a pensare di avere una sorta di ossessione per le raccolte di racconti. Anche per sbaglio le compro! Ma non è stato questo il caso! L'ho avuto come regalo a Natale perché i miei parenti sanno bene della mia passione per New York e questo libro coniuga due tra i miei più grandi interessi!
TRAMA: A chi la attraversa con occhi attenti, New York racconta la storia di un secolo preciso, il Novecento: in quali idee credeva, di quali mali soffriva, che sogno di felicità inseguiva. Camminare tra il Lower East Side e il Greenwich Village, o pedalare su per Broadway fino a Times Square, o costeggiare l'isola in traghetto da Harlem alla Battery, è come assistere a un'epopea che nasce nell'età del transatlantico e delle grandi migrazioni, supera gli anni ruggenti, gli anni ribelli, gli anni dell'opulenza, e finisce una mattina di inizio millennio, il giorno del 2001 in cui qualcuno ha immaginato di poter distruggere New York. Ma una città non è fatta solo di luoghi: sono le persone con i loro sentimenti, le loro relazioni e desideri, a darle la sua anima. E New York - lo dice Fitzgerald nel racconto che apre questa raccolta - non è la città di chi ci è nato, ma quella di chi l'ha desiderata, e ha dovuto combattere per farne parte. Come la vecchia Mary del racconto di Nicholasa Mohr (tradotto per la prima volta in Italia), che ha lasciato un figlio a Portorico con l'intenzione di tornare a riprenderselo dopo aver fatto fortuna; come gli emigranti descritti da Mario Soldati che durante la traversata immaginano così il loro approdo: «fauci aperte, immane leviatano, a triturare senza pietà chiunque non sapesse l'inglese». I personaggi indimenticabili di queste storie - la bella bionda di Dorothy Parker, quello spilungone di Jelly che gareggia a colpi di rime in strada per rimediare un pranzo, o Pier Paolo Pasolini, in pantaloni di velluto e scarpe di camoscio, che si aggira da solo per le zone più cupe del porto - compongono il frastuono di grida, litigi, proteste, suppliche, dichiarazioni d'amore che sono la musica di New York. «Un luogo dove nascondersi, dove perdersi o ritrovarsi, dove fare un sogno in cui si abbia la prova che forse, dopo tutto, non si è un brutto anatroccolo, ma si è meravigliosi, degni di amore», come scrive Truman Capote. Paolo Cognetti da anni esplora le strade e le storie della Grande Mela, e ci regala con quest'antologia una bussola letteraria preziosa e originale per il nostro personalissimo viaggio.


  • Delitto e castigo, Fyodor Dostoyevsky: beh, non che ci siano da elencare i motivi per il quale l'ho comprato: ho letto per primo "Notti bianche" dello stesso autore e me ne sono innamorata. "Notti bianche" è uno dei libri più importanti della mia vita, in un libro minuscolo Dostoyevsky è riuscito a darmi tutto quello che una caterva di altri libri non sono mai stati capaci di darmi e o trasmettermi.
TRAMA: "È il rendiconto psicologico di un delitto. Un giovane, che è stato espulso dall'Università e vive in condizioni di estrema indigenza, suggestionato, per leggerezza e instabilità di concezioni, da alcune strane idee non concrete che sono nell'aria, si è improvvisamente risolto a uscire dalla brutta situazione. Ha deciso di uccidere una vecchia che presta denaro a usura..."



  • Lo scheletro che balla, Jeffery Deaver: dopo aver letto il primo di questa saga ho rivalutato tantissimo i gialli che fino ad allora erano un genere da me mai letto. Il primo libro è stata una lettura sorprendente (QUI la mia recensione), l'ho adorato, è entrato tra i miei libri preferiti di sempre in un battibaleno. Se non avete mai sentito parlare di questo autore, per favore, dategli una possibilità, anche se non siete molto affini al genere, non ve ne pentirete.
TRAMA: Ex detective dalla mente raffinatissima ma costretto su una sedia a rotelle, Lincoln Rhyme sta inseguendo un ingegnoso serial killer capace di trasformarsi con abilità camaleontica a mano a mano che uccide le sue vittime. Una sola di esse è vissuta abbastanza a lungo per offrire un indizio agli inquirenti: il tatuaggio dipinto sul braccio dell'assassino, che mostra uno scheletro nell'atto di ballare con una donna di fronte a una bara. Rhyme ha soltanto quarantott'ore prima che il diabolico criminale colpisca di nuovo, ma almeno può contare ancora sulla bella Amelia, l'instancabile poliziotta che sostituisce le sue braccia e le sue gambe inferme.

Alla prossima!

martedì 3 ottobre 2017

#TrishTalk: Settembre 2017

#TrishTalk: Settembre 2017

Un po' in ritardo, ma comunque vicino alla fine di settembre!
Con l'università è sempre più difficoltoso pubblicare qualcosa sul blog o semplicemente su Instagram (a proposito, se non lo sapete ancora, ho aperto un profilo su Instagram del blog! Lo trovate a questo link!) però ce la sto mettendo tutta.
Iniziamo!

Trish talks about... Books: Harry Potter e l'Ordine della Fenice

Link d'acquisto: Amazon

Sì, sono estremamente scontata, lo ammetto, ma dovete compatirmi: è la prima volta in assoluto che leggo la saga di Harry Potter e questo libro... Per adesso è il mio preferito tra tutti! Non riesco a trovare una sola nota negativa, e questa saga si sta rivelando, come sospettavo, all'altezza delle mie aspettative, o, se vogliamo usare un'espressione "potteriana":"Oltre ogni previsione"!
Lo stile si è evoluto, i personaggi sono ancora più approfonditi, è un passaggio alla parte più "dark" della saga che ho tanto, tantissimo apprezzato!
Non mi dilungherò molto in questo post perché ho intenzione di parlarvene a saga finita, non solo di questo libro, ma di tutti insieme: avvierò presto una nuova rubrica ;)

Trish talks about... TV Series: Narcos


Anche qui, mi vergogno per essere stata così scontata, ma questa serie secondo me a volte è sottovalutata: non fatevi spaventare dalla durata della prima puntata perché dopo averla finita, la durata di 40 minuti delle altre vi sembrerà una misera ricompensa.
è un mix perfetto tra documentario e fiction, la scelta di lasciare in lingua originale spagnola i dialoghi più salienti è stata una "santa cosa" (e chi si scorda più la celebre battuta di Pablo:"plata o plomo?"), insomma, è sicuramente tra le più belle serie TV che abbia mai visto!
Un ritratto realistico della crudele realtà degli anni '70-80 che ci trasciniamo inesorabilmente anche ai giorni nostri...

Trish talks about... Films: Your Name


Questo anime. Non potete non vederlo. Vi dovrebbe bastare la vista della locandina per convincervi!
è una storia d'amore superba, i colori, le tradizioni del giappone sono sempre così travolgenti e, come ho anche scritto in un commento a Jessica (di A fangirl's blog) sotto la recensione dell'omonimo romanzo, i giapponesi hanno quella marcia in più nel raccontare le storie d'amore!
Non è una semplice storia d'amore, dolcezza e mistero si legano creando qualcosa di straordinario e memorabile. Consigliatissimo!

Alla prossima!