giovedì 13 dicembre 2018

Recensione: "Fame, Roxane Gay"

"Recensione: Fame, Roxane Gay"

Edizione: Einaudi, 2018
Note sull'autrice: Roxane Gay (Omaha, Nebraska, 1974) è una scrittrice, attivista e accademica tra le piú rilevanti del panorama attuale. Editorialista de «The New York Times» e «The Guardian» è autrice della raccolta di saggi Bad Feminist, del romanzo Untamed State e dei racconti Difficult Women. Fame, il suo ultimo saggio autobiografico, ha infiammato critica e pubblico, scalando da subito le classifiche americane.

Trama: In principio è il candore dei dodici anni. Quando pensi che nessuno a cui vuoi bene possa farti del male. Poi succede l'impensabile. Un atto di violenza feroce. E Roxane, annientata dalla vergogna, incapace di parlare o chiedere aiuto, comincia a mangiare, mangiare, mangiare. A barricarsi in un corpo che diventa ogni giorno piú inespugnabile dagli sguardi maschili, una fortezza dove nessuno sarà piú capace di raggiungerla. Quella di Roxane Gay è la storia di un desiderio insaziabile, di battaglie sempre perse contro un corpo ammutinato, di una lotta contro una cultura che spinge le donne a odiarsi se non corrispondono alle aspettative. Ma la fame di Roxane Gay è anche il motore della sua fenomenale spinta creativa e della sua sulfurea personalità. Oggi è un'intellettuale, attivista e scrittrice, una delle voci piú rispettate della sua generazione. Soprattutto una donna che ha trovato le parole per raccontare la propria storia.

Recensione: Probabilmente non avevo mai letto in vita mia una biografia, come primo approccio al genere però "Fame" è un libro degno di segnare questo "svezzamento".
Ci troviamo davanti ad un libro che è entrato a far parte dei miei preferiti di sempre, una piacevolissima scoperta che si è aggiunta alle altre di quest'anno che, devo ammettere, si sta rivelando un anno abbastanza proficuo dal punto di vista delle letture più che buone.
Ho collezionato fino ad ora titoli più o meno emozionanti, e mai mi sarei immaginata che proprio questo sarebbe stato uno di quelli che mi avrebbe segnata maggiormente.

Non do facilmente ad un libro la valutazione maggiore esistente, è rarissimo poiché sento di dare quelle 5 stelline su cinque solo ed esclusivamente a quei libri che meritano, che sono senza alcun dubbio, per l'appunto, i miei preferiti di sempre.
Non so se riuscirò a rendere giustizia a questo libro tramite questa recensione, ma ci proverò perché voglio assolutamente parlarvi di questa biografia e rimando da troppo tempo.
Tutto è partito da un semplice bisogno, dovevo trovare un libro da mettere in palio per il mio primo Giveaway su Instagram (un social che mi è diventato ormai indispensabile ultimamente, venitemi a trovare!!) e, tra i vari libri che avevo in wishlist da un po' e che sembravano molto accattivanti, spunta Fame: scritto da un'attiva e fervente femminista, parla non proprio della sua vita, quanto della vita del suo corpo.
Ci tiene a precisare sin dalle prime righe che questo non è un libro che parla della sua storia, è uno che parla del suo corpo: una biografia dell'involucro che la contiene.



Con quello che io definirei tanto coraggio, Roxane inizia parlando dell’episodio devastante di cui è stata vittima all’età di dodici anni: una violenza che ha distrutto alla base l’amore che provava per se stessa, il suo essere si ritroverà esattamente come un palazzo minato alle fondamenta, un cumulo di macerie irriconoscibile.
Quei ragazzi mi avevano trattato come se fossi niente, quindi diventai niente.
Da qui l’autrice comincerà a desiderare di essere sola, fare del proprio corpo ciò che desidera, magari renderlo più forte, impenetrabile. Perciò inizia a mangiare per rendere il suo corpo enorme, una muraglia che la difenda dalle cattiverie: ci riesce e diventa obesa. Non è una storia di rinascita o rinvigorimento.
Questo è un libro che non offre motivazioni. Non ho mai avuto nessuna intuizione geniale su cosa ci voglia per ridurre all'obbedienza un corpo ribelle e appetiti ribelli. La mia non è una storia di un successo. la mia è, semplicemente, una storia vera.
Ho imparato che quando si scrive una recensione di un libro che racconta non una storia, ma una vita, non si possono esaminare gli elementi principali come in qualsiasi altra, posso solo costruire il mio discorso su cosa mi ha lasciato questo libro, su cosa fa riflettere e sullo stile di scrittura.

Il libro è molto valido nel suo complesso e lo stile mirato è molto efficace per il tipo di narrazione: Roxane Gay, nonostante non usi un linguaggio artificioso o prolisso, imprime immagini perfette e soprattutto potenti del suo vissuto, come scrittrice infatti è molto dotata, si capisce non solo dall'"autobiografia" ma dall'intero libro che la scrittura è la sua passione.
Troviamo nelle sue parole quella che è stata un'esperienza crudele del mondo esterno a quello familiare, ma, anche lì, ha dovuto scontrarsi con i suoi parenti riguardo il suo tenore di vita, a loro modo di vedere, sregolato e privo di alcun controllo, questi però non potevano immaginare quale fosse il vero motivo che si celava dietro al suo appetito insaziabile.

L'analisi attenta e completa che l'autrice fa su se stessa non si ferma al suo modo di vedere e rapportarsi col suo corpo, ma va oltre e ci racconta con dolore come la gente si rapportasse a lei: emerge dai comportamenti che ha potuto osservare molta ipocrisia, a partire dalle star e volti pubblici, a finire dalle estranee che incontra in palestra. Prima di conoscere Roxane, è il suo corpo a presentarsi e come tutti possono immaginare o sapere in prima persona, non sempre riceve un adeguato quanto dignitoso trattamento, mi sono fermata a riflettere a quante volte ognuno di noi si possa essere sentito inadeguato o fuori posto a causa del suo corpo.
La questione non è solo come un corpo obeso viene concepito dalla società, ma di come dovremmo essere tolleranti e rispettosi verso il corpo degli altri in genere e noi per primi verso noi stessi.

Ho riflettuto anche sul rapporto che ho io col cibo e su come a volte le persone che mi circondano hanno la presunzione di poter biasimare il mio stile di vita e le mie scelte: proprio perché le scelte sono fatte da me personalmente e riguardano il mio corpo, non dovrebbe essere un problema per gli altri, ma molte volte, a quanto pare, lo è, e non è giusto.
Non mi riferisco alle volte in cui riceviamo una critica o un consiglio perché ci stiamo facendo del male mangiando un determinato alimento o assumendo uno stile di vita dannoso, ben venga se chi ci vuole bene vuole spronarci per cercare di migliorare, ma imporre i propri stili di vita, i propri gusti solo perché ritenuti con presunzione i migliori, è sbagliato.
Senza dilungarmi ancora, in definitiva è un libro che vi consiglio caldamente di leggere, soprattutto se queste tematiche vi sono a cuore particolarmente.

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