mercoledì 18 ottobre 2017

Recensione film "Loving Vincent, Dorota Kobiela, Hugh Welchman"

Recensione film "Loving Vincent, Dorota Kobiela, Hugh Welchman"
Formato: Colore
Anno: 2017
Regista: Dorota Kobiela, Hugh Welchman
Casa di produzione: BreakThru Productions, Trademark Films
Durata: 94 minuti
Genere: animazione, biografico, giallo, drammatico
Soggetto: biografia dell'artista olandese Vincent van Gogh
Interpreti:
  • Robert Gulaczkyk: Vincent van Gogh
  • Douglas Booth: Armand Roulin
  • Eleanor Tomlinson: Adeline Ravoux
  • Jerome Flynn: Paul Gauchet
  • Saoirse Ronan: Marguerite Gauchet
Musiche: Clint Mansell

Trama: Nella Francia del 1891, il giovane Armand Roulin riceve dal padre postino l'incarico di recapitare una lettera a Theo van Gogh, fratello del pittore olandese che da poco si è tolto la vita. Armand si reca a Parigi, dove però non riesce a rintracciare Theo; intraprende dunque una ricerca che lo porta ad incontrare persone e luoghi fondamentali nella vita di Vincent van Gogh, scoprendone poco a poco la vita tormentata e la straordinaria opera che ha saputo produrre.


Recensione: sono sempre stata affascinata dalla figura di Vincent van Gogh e non appena la mia migliore amica ha proposto di andare al cinema per vedere questo film, ho accettato subito, vedendolo a scatola chiusa. A scatola chiusa perché non mi sarei mai aspettata questo format: m'immaginavo attori intenti ad interpretare le parti dei personaggi principali, davanti ad una cinepresa.
Effettivamente è stato così, se non fosse che tutti i fotogrammi sono stati trasformati in autentiche opere d'arte: il primo film ad essere letteralmente dipinto su tela. 
Si tratta del primo film interamente dipinto su tela, rielaborando oltre mille dipinti per un totale di più di 65 000 fotogrammi realizzati da 125 artisti provenienti da varie parti del mondo. Alcuni quadri sono stati riadattati modificandone il rapporto, aggiungendo parti, scambiando il giorno con la notte, il tempo meteorologico e le stagioni. La tecnica rotoscope è stata utilizzata per la maggior parte del film, girando 6 minuti di materiale di riferimento in 12 giorni. Il budget del film è stato di $ 5,5 milioni, finanziato in parte con una campagna su Kickstarter. 
 -Wikipedia 
Questo film è un olio su tela che rispecchia perfettamente l'idea di dipinto che aveva il defunto Van Gogh: le figure non sono macchie di colore che si sfumano tra di loro formando una ben distinta figura, no, sono striscione di colore piccolissime, ognuna di un colore diverso (e che colore!) che vanno a creare un contrasto fortissimo tra loro, che immerge chi guarda in una dimensione magica e vibrante.

Dopotutto considererei lo stile del pittore olandese come lo "specchio" della sua anima: disgregata, tormentata e oscillante tra momenti di gioia e altri di cupa depressione. 
è proprio intorno a questo concetto che tutto il film gira quando ripercorre il suo l'ultimo periodo di vita: il protagonista, Armand Roulin, figlio di un amico di Vincent, intraprende un viaggio alla ricerca del fratello del pittore per consegnarli la sua ultima lettera. 
Purtroppo Theo van Gogh è morto per il dolore della perdita, così si trova costretto a dirigersi sino a 
Auvers-sur-Oise, un piccolo villaggio che invoglia la sua vena artistica: ed è proprio qui che dipingerà i suoi quadri più famosi.

Il racconto drammatico scivola lentamente in un misterioso giallo che si risolve con la testimonianza del fidato dottore del pittore: Paul Gauchet si assume la colpa di averlo invogliato al suicidio, ma quanto le sue parole hanno potuto pesare su di un uomo già depresso e, da tempo, instabile?
Non molto, direi io, visto che la depressione è una malattia che "ristagna" nell'animo di chi la ospita e un minimo di vento gelido può risvegliarla, portando a pensare che non ci sia più una via d'uscita.

Steven Naifeh e Gregory White Smith sono coloro che hanno avanzato l'ipotesi, nel loro libro:"Van Gogh: The Life"che la morte di Van Gogh non sia stato un suicidio, bensì che sia stato ucciso in circostanze che neanche loro hanno saputo certificare con esattezza: resta il fatto che l'analisi del film è ben strutturata e non lascia spazio a inutili pettegolezzi o notizie errate.

A rendere tutto ancora più suggestivo ci sono state le musiche che hanno ripreso, a mio parere, perfettamente le emozioni che permeano dallo schermo, mi è sembrato in prima persona di sentire l'angoscia e la tristezza dei fatti. 

Unica pecca: il costo del biglietto. Anche se, dalla grande quantità di gente in sala, direi non ha scoraggiato gli amanti dell'arte o anche, i semplici curiosi o amanti di cinema!




Alla prossima!

4 commenti:

  1. Non l'ho ancora visto, ma il tuo parere è davvero coinvolgente :)

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    1. se riesci a trovarlo in streaming ti consiglio vivamente di vederlo!

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  2. Bellissima recensione! Interessava anche me, ma non sono riuscita ad andare al cinema.

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    1. che peccato! è davvero un bel film comunque, te lo consiglio se mai avrai occasione di vederlo in streaming, credo che molto presto lo daranno su sky visto che c'entrava con sky cinema arte :)

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