Recensione film: Into the wild
Formato: colore
Anno: 2007
Regista: Sean Penn
Casa di produzione: Paramount Vantage, River Road Films, Art Linson Productions
Durata: 148 min
Genere: avventura, biografico, drammatico
Soggetto: dal romanzo Nelle terre estreme di Jon Krakauer
Interpreti:
- Emile Hirsch: Christopher McCandless
- William Hurt: Walt McCandless
- Marcia Gay Harden: Billie McCandless
- Jena Malone: Carine McCandless
- Hal Holbrook: Ron Franz
- Catherine Keener: Jan Burres
- Brian H. Dierker: Rainey
- Kristen Stewart: Tracy Tatro
- Vince Vaughn: Wayne Westerberg
- Zach Galifianakis: KevinMichael Keaton: Riggan Thomson
Musiche: Eddie Vedder, Michael Brook, Kaki King
Trama: Christopher McCandless è un ragazzo americano benestante che, subito dopo la laurea in scienze sociali all'Università Emory nel 1990, decide di donare all'Oxfam il denaro che i suoi genitori gli avevano fornito per continuare gli studi e di abbandonare amici e famiglia per sfuggire ad una società consumista e capitalista nella quale non riesce più a vivere. La sua inquietudine, in parte dovuta al cattivo rapporto con la famiglia e in parte alle letture di autori anticonformisti come Thoreaue London, lo porta a viaggiare a piedi per due anni negli Stati Uniti e nel Messico del nord, sotto lo pseudonimo di Alexander Supertramp.
Durante il suo lungo viaggio verso l'Alaska incontrerà sulla sua strada diversi personaggi: Jan e Rainey, una coppia hippie, Wayne Westerberg, un giovane trebbiatore del Dakota del Sud, Tracy, una giovane cantautrice hippie, e Ron, un anziano veterano scontroso chiuso nei suoi ricordi; tutti personaggi a cui cambierà la vita con il suo messaggio di libertà e amore fraterno e dai quali riceverà la formazione necessaria per affrontare le immense terre dell'Alaska.
Recensione: Diretto da Sean Penn, è uno dei film con la migliore fotografia che abbia mai visto. Il film è biografico e ripercorre la vita di Christopher McCandless che, una volta laureatosi,
decide di abbandonare la sua vita abitudinaria e viaggiare per l'America alla riscoperta di se stesso e di una vita che quasi nessuno ha il coraggio d'intraprendere.
Dopo un po' di vagabondaggio, Christopher, o meglio, Alexander, decide la sua meta: l'Alaska, un territorio incontaminato dove potrà assaporare la libertà delle terre estreme.
Questo è un film per lo più visivo, come accennavo all'inizio, grazie alla fotografia e alle riprese che la fanno da padrona insieme all'immenso spazio dato alle riflessioni e alle citazioni, piuttosto che ai dialoghi: il che è anche il senso del film e della vita che Alex vuole vivere. Una vita che rifiuta di conformarsi ai dettami della società, alle regole e ai pregiudizi che sin da piccoli ci vengono imposti e che accettiamo senza consapevolezza di ciò che ci viene, in un certo senso, tolto.
Quello che viene a mancarci sono le esperienze che arricchiscono il vissuto, il rapporto con la natura e con la parte più intima di noi stessi che spesso ignoriamo per conformarci.
Christopher comincia invece a maturare la consapevolezza tramite le sue letture e soprattutto tramite il desiderio di non diventare come i suoi genitori, che invece sono il perfetto emblema della società: una coppia apparentemente perfetta, di sani principi, con una bella casa e un buon lavoro e che possono vantarsi di tutto questo. Un velo d'ipocrisia riveste la vita del protagonista, le cui decisioni drastiche possono considerarsi una diretta conseguenza.