domenica 22 febbraio 2015

Recensione “Birdman, Alejandro González Iñárritu”

Recensione ''Birdman, Alejandro González Iñárritu''

Formato: colore
Anno: 2015
Regista: Alejandro González Iñárritu
Casa di produzione: New Regency Pictures,Worldview Entertainment
Durata: 119 min
Genere: black commedy, commedia drammatica
Soggetto: originale
Interpreti:

  • Michael Keaton: Riggan Thomson
  • Zach Galifianakis: Jake
  • Edward Norton: Mike Shiner
  • Emma Stone: Sam Thomson
  • Andrea Riseborough: Laura
  • Amy Ryan: Sylvia Thomson
  • Naomi Watts: Lesley
  • Merritt Wever: Annie
Musiche: Antonio Sánchez
Trama: segue la storia dell’attore Riggan Thomson (Michael Keaton), alle prese con l’allestimento di una nuova, ambiziosa commedia a Broadway, che dovrebbe rilanciarne la carriera ormai prossima al capolinea. Si tratta di un passo molto azzardato sotto diversi aspetti, ma l’uomo, che in passato ha raggiunto il successo nei panni di un supereroe, spera fortemente di ottenere un riconoscimento artistico, per dimostrare a tutti, e in primo luogo a se stesso, di non essere solo una ex stella di Hollywood.

Recenzione: un film da oscar, fa riflettere, mette in luce tante verità che inconsciamente sappiamo, ma di cui inevitabilmente non teniamo conto. Prima di vedere questo film, ero scarsamente attratta da quest'ultimo probabilmente per un trailer che lasciava molto a desiderare, ma alla fine non mi sono lasciata ingannare e, sentendo tanti giudizi positivi, stupendomi per le 9 nomination agli oscar e 2 golden globe vinti, mi sono fatta coraggio e ho pagato un biglietto che non rimpiangerò mai di aver pagato.
Il film è ambientato a New York, più precisamente a Broadway in età contemporanea dove il regista mette a nudo tutta la caratterizzazione del protagonista, Riggan, che oltre ad essere alle prese con la sua prima rappresentazione teatrale è anche in continuo conflitto con un presente che basa i propri gusti su apparenze, superficialità dei media, visualizzazioni su youtube e tweet

Riggan, inoltre, è tormentato dal suo passato che si raffigura in Birdman, una specie di alterego, che non è altro che il suo vecchio personaggio da lui stesso interpretato in una serie omonima: la sua funzione è quella della coscienza un po' “cattiva” che gli spiffera la realtà dei fatti in maniera molto violenta. sicuramente, quindi, il messaggio del regista non passa indifferente: la superficialità del pubblico dei media, lo smanioso desiderio della fama, il desiderio angoscioso di volersi liberare di “facciate” che ormai non fa sentire più sicuri di sè e delle proprie capacità
Soprattutto l'ultimo messaggio riassume l'intero senso del film: *!SPOILER!* alla fine lui tenta di suicidarsi apparentemente per la futura critica negativa del Times, ma in realtà sembra che voglia semplicemente usare il metodo dei social network, che si accorge di te solo quando fai qualche gesto disperato insomma. *!FINE SPOILER!*

Il film è ricchissimo di sottofondo musicale, una batteria che viene suonata costantemente e che scandisce ogni parte del film. ma non è stato il commento musicale a farmi incantare al film: le inquadrature sono l'essenza del film. Mi sono piaciute moltissimo, seguire il personaggio protagonista della scena in particolare, aiuta secondo me a focalizzarsi in modo particolare sui singoli caratteri di ogni personaggio. tuttavia il ritmo del film è decisamente lento, a tratti può sembrare noioso ma subito dopo riesce a “ricatturare” l'attenzione.

Insomma, se, come ci vuole dire il regista, a voi piacciono film pieni d'azione, sparatorie, effetti speciali e “cavolate 3D” non è un film che potreste apprezzare pienamente. per carità, non dico che sia un film per pochi, ma in primis i miei genitori non si sono entusiasmati nel vederlo proprio per il suo ritmo lento, pur essendo (i miei) persone che non disdegnano nessun tipo di film, lento o veloce che sia.

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